di Marcello Zasso marcello. zasso@ sardegnaquotidiano. it
L’anatra non è zoppa, ma neanche la gru. La maggioranza di centrosinistra non fa in tempo ad esultare per la legittimazione del Tar che si deve leccare le ferite per l’urbani - stica. La giunta ha dovuto alzare bandiera bianca e dare il via libera alla cementificazione che ha sempre combattuto dall’opposizione. Le tanto contestate aree BS3* dovranno ospitare gli appartamenti previsti dai precedenti inquilini di palazzo Bacaredda. «Hanno ipotecato il futuro urbanistico della città». Le parole di Sergio Mascia, capogruppo di Sel in Consiglio comunale, sintetizzano l’impotenza del centrosinistra. L’euforia giovanile del rinnovamento in Comune si è scontrata con la lungimiranza di chi ha creato le fantomatiche aree BS3*. Che altro non sono che gli sterrati incastrati tra palazzi, che erano stati lasciati liberi per poter offrire servizi ai cittadini. Ma in pratica sono diventati parcheggi fangosi o toilette per cani che non hanno mai visto un albero in vita loro. Il Comune poi, in un secondo tempo, aveva cambiato idea rendendo edificabili quei quadrati di terra, ma con un vincolo: il 60 per cento va in mano al privato mentre il resto va al pubblico per creare parcheggi o aree verdi. E così sarà. «Ci siamo ritrovati una città ipotecata per i prossimi anni e non possiamo opporci a certi progetti già avviati da altri: hanno privatizzato la città - continua Mascia - ma le case nuove non riescono più a venderle ai cittadini: ora le stanno affittando oppure cercano di venderle alla Regione». Quella del centrosinistra è una frustrazione perché si è sempre opposto alle BS3* quando era all’opposizione e il centrodestra ora si vendica con un “ora tocca a voi, portare avanti le nostre carte”. «Hanno avvelenato i pozzi prima di andare via», sintetizza il consigliere Pd Piergiorgio Meloni. «Con le BS3 asterisco hanno fatto un regalo ai piccoli intrallazzoni dopo averlo fatto ai grandi - commenta - hanno regalato ulteriori fazzoletti di terra che erano destinati a servizi. Ma opporsi è difficile, perché non si sono soldi per affrontare certe cause». Quella economica è la questione fondamentale, la politica deve fare i conti con le casse e la visione urbanistica del centrosinistra non può prescindere dall’eredità lasciata dal centrodestra. «Mi dispiace proprio, ma se dovessimo impuntarci andremmo incontro a cause su cause, e non ci sono i soldi per affrontarle - commenta Fillippo Petrucci di Meglio di prima non ci basta - ci trasciniamo da anni contenziosi per circa 20 milioni di euro, solo per le aree di Monte Urpinu è una questione da circa 6 milioni. Nel bilancio abbiamo dovuto tenere da parte uno stanziamento per far fronte a queste spese e non è pensabile farci carico di altre costose cause». LA STRADA È SEGNATA Per le pratiche nelle aree BS3* l’iter è già avviato, il Comune sarebbe dovuto intervenire prima se avesse voluto salvaguardarle. «Ora neanche cambiando il Puc si potrebbe intervenire, i privati hanno acquisito diritti sulla base di norme esistenti e si andrebbe a finire in contenziosi molto costosi, che poi vincerebbero loro», spiega Andrea Scano del Pd, presidente della Commissione urbanistica. «Dove è stato possibile siamo intervenuti in tempo, come per Terramaini e il Fangario, perché erano ai primi passi - aggiunge - ma ci sono procedure amministrative che devono andare avanti, indipendentemente dall’amministrazione politica. È un’eredità che ci troviamo a dover gestire, ma dobbiamo rilanciare e lo potremo fare con il Piano particolareggiato del centro storico e modificando il Puc per l’adegua - mento al Ppr». Giovanni Dore, capogruppo dell’Italia dei Valori propone una soluzione. «Bisognerebbe fare una ricognizione delle aree e vedere se il Comune può riconoscere l’interesse pubblico su alcune di quelle e pagare o trovare un’area alternativa da cedere ai privati - spiega - solo che prima erano aree destinate a servizi ora sono edificabili quindi i costi sono ben diversi ». Enrico Lobina della Federazione della Sinistra guarda avanti. «Prima di continuare a costruire in modo incondizionato bisogna partire da quello che c’è. Per esempio, ragionando sullo sfitto. Con l’Ici si può magari favorire chi vende o affitta case sfitte e far pagare di più a chi le lascia vuote - spiega - e fare controlli incrociati Ici-Tarsu-Abbanoa per vedere se sono realmente sfitte».