MUSICA. Venerdì (e ieri) il primo dei concerti per i 150 anni dalla nascita
Consensi a Daniel Cohen che dirige orchestra e coro
Volendo può essere considerato uno dei paradossi del nostro tempo. Sta di fatto che nell'immaginario sonoro collettivo, a dispetto dei 150 anni che ci separano dalla nascita, Claude Debussy viene percepito come un musicista, se non contemporaneo, certo più vicino al nostro tempo rispetto ad altri coetanei. E proprio per ricordarne l'anniversario, a lui, alla sua figura di innovatore, il Teatro Lirico di Cagliari dedica nei prossimi concerti un'ampia retrospettiva. A partire da Nocturnes, trittico sinfonico per orchestra e coro femminile L. 91 proposto venerdì sera.
Al netto delle trasformazioni musicali del '900, Debussy continua ad avere molti aspetti innovativi. La musicologia degli ultimi decenni ha preso le distanze da quelle correnti di pensiero che accomunavano la sua musica alle visioni artistiche degli impressionisti. Ma è pur sempre vero che le sue sonorità esprimono lo stesso senso di rottura esprimono lo stesso senso di rottura rispetto alla tradizione propria di Monet & C. Elementi che l'Orchestra di Cagliari diretta da Daniel Cohen coglie acutamente, esplorando con cura gli effetti timbrici, mettendo l'accento sui silenzi e le levità sonore, sulle quali si inserisce il coro femminile, con ondeggianti cromatismi che fanno apparire le voci sospese tra le note dell'arpa e dell'orchestra. L'effetto ha una forza straniante che riporta a simboli onirici e riflessi impressionisti. Ben altra atmosfera rispetto ai primi decenni dello stesso '800, testimoniati in concerto da Meeresstille und glückliche Fahrt op. 27, ouverture di Felix Mendelssohn-Bartholdy su testi di Goethe, portatrice di istanze romantiche che si amplificheranno negli anni seguenti.
Alla musica inglese all'alba del '900 si rivolge la seconda parte della serata. Israeliano, collaboratore di Barenboim, Daniel Cohen ha un'attenzione particolare per questo repertorio di cui coglie elementi caratteristici in Peter Grimes: Four Sea Interludes op. 33a di Benjamin Britten. Musica descrittiva, dalla ritmica incalzante, con assonanze cinematografiche che l'orchestra propone con forza espressiva. Ma il pregio della lettura di Cohen sta soprattutto nell'analisi di brani in cui riesce a far emergere aspetti peculiari della cultura anglossassone. Un'operazione che non manca di aspetti interessanti. Anche perché la Gran Bretagna, dopo i fasti dell'esperienza barocca, non ha avuto modo di esprimersi a livello internazionale fino alle soglie del XX secolo, proprio con Elgar. E nelle sue Variations on an original Theme (Enigma) op. 36 il giovane direttore mette la sua competenza per un repertorio, qui da noi di nicchia, dando attenzione alla varietà di espressioni, guadagnando il consenso del pubblico con forza persuasiva.
Greca Piras