IL PROGETTO. Casteddu 2.0, fino a Natale idee per la riqualificazione
Sportello al Civico per ascoltare i residenti
L'“avventura”, come l'ha chiamata il suo inventore, comincia martedì, quando inaugurerà ufficialmente Casteddu 2.0, il progetto voluto dall'assessore comunale all'Urbanistica Paolo Frau per riqualificare il più nobile tra i quartieri storici della città. Al Teatro civico aprirà uno sportello per accogliere critiche, proposte e interventi «dai portatori di interessi» sul rione. «Non solo dai residenti, ma anche da universitari, ordini professionali, commercianti e imprenditori», spiega Frau.
LO SPORTELLO «Castello si sta spopolando e dunque le attività commerciali e i pochi servizi esistenti chiudono». Quindi urge porre rimedio. Come? «Cercando soluzioni condivise con i cittadini», attraverso uno sportello creato ad hoc , che rimarrà aperto fino a Natale e sarà ubicato al Teatro civico, di cui segue gli stessi orari di apertura: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20. Ma lo si potrà contattare anche via mail all'indirizzo casteddu2.0@comune.cagliari.it. Ad accogliere le persone ci saranno degli incaricati del Servizio pianificazione del territorio.
IL PROGETTO E IL MODELLO Ma Casteddu 2.0 non si limita a questo. «Ci saranno tre appuntamenti tra amministrazione e cittadini per affrontare tematiche specifiche». Si inizia il prossimo venerdì sera per parlare di “Criteri e regole di trasformazione edilizia e urbanistica” e si proseguirà nelle settimane successive con “Forme di riuso possibile del patrimonio edilizio esistente” e infine “Mobilità, pedonalizzazione e trasporto pubblico”. Nelle intenzioni del Comune Casteddu 2.0 sarà un esperimento. «Se funziona, lo esporteremo in tutti gli altri quartieri storici».
L'OBIETTIVO «A Castello ci sono tanti spazi inutilizzati, sia comunali, come il convento, sia regionali, come i vecchi locali dell'Isola», sottolinea il sindaco Massimo Zedda, «tutti luoghi da recuperare e da restituire ai cittadini». Tanti sforzi per un obiettivo: «Contrastare lo spopolamento e ridare un'anima al quartiere». Dove attualmente risiedono solo 1.412 abitanti «ma ci sono ben 162 abitazioni vuote», sottolinea Frau.
FINANZIAMENTI «La modalità d'azione sarà il partenariato pubblico privato», spiega Riccardo Castrignano, dirigente dei Servizi urbanistici, che continua: «Entro metà mese sarà consegnato lo studio di fattibilità, finanziato dal ministero delle Infrastrutture con 200.000 euro, mentre entro fine dicembre dobbiamo spedire la rendicontazione».
Insomma, a fine anno si conoscerà lo sviluppo futuro del quartiere.
Mario Gottardi
Commento
La movida:
croce e delizia
di un rione
abbandonato
di Michele Ruffi
Per capire di che cosa abbia bisogno veramente Castello, basta una passeggiata nelle stradine del quartiere. Magari dopo un venerdì notte come l'ultimo. Piazza Carlo Alberto e via La Marmora erano gonfie fino a scoppiare - e soprattutto fino all'alba - di ragazzi, situazione che è sempre andata a braccetto con le notti insonni degli abitanti.
Che ogni mattina si trovano di fronte a un campo di battaglia: record di bottiglie di birra abbandonate per chilometro quadrato, pipì in ogni angolo del rione, cartacce in ordine sparso. «Hanno voluto vivere in centro storico? E allora si becchino la movida», dice chi giustifica gli effetti collaterali del divertimento notturno, confondendoli con la maleducazione. Certo, meno male che c'è (almeno) la movida: per il resto, Castello rimane un quartiere dove per comprare un pacchetto di sigarette è meglio prendere l'auto e se hai bisogno di fare la spesa devi sperare che sia aperta l'unica bottega di via dei Genovesi. Ma, per saperlo, non c'è bisogno di nessun referendum.