Il mare è arrivato fino alla strada e dopo lo sciagurato ripascimento serve un nuovo piano di intervento per la salvezza della spiaggia
CAGLIARI. Sarà stato lo scirocco a 70 chilometri all’ora, saranno state le onda da campionato di surf. Ma di più ha contato il fatto che la sabbia è sempre meno e non tiene più la forza del mare. Fattostà che ieri mattina il Poetto ha completato la sua trasformazione ed è diventato una laguna. Fenomeno usuale nella spiaggia post ripascimento, accentuato stavolta da un’erosione sempre più marcata. Peggio che negli anni passati, quando solo dei tratti della spiaggia erano sommersi.
Uno spettacolo nello spettacolo sono stati non solo i surfisti che hanno preso d’assalto il mare ma anche la gente che ad un certo punto si è riversata in spiaggia nonostante il maltempo per vedere quello che sarà l’aspetto della spiaggia prossima ventura. Perchè il mare d’inverno al Poetto è destinato ad assomigliare sempre più ad una laguna che ad una spiaggia, tanto da far venire in mente che tutti gli enti interessati alla salvezza di uno dei luoghi simbolo di Cagliari a questo punto dovrebbero sedersi intorno ad un tavolo e cercare una soluzione. Da settimane si fa un gran parlare di Pul, di piano di utilizzo del litorale, dei baretti che sono stati buttati giù e di come fare per rimetterli in piedi (almeno provvisorimente) per l’estate 2012, di concessioni e di spettacoli in riva al mare. Nessuno ha ricordato invece che l’erosione è di nuovo nei fatti e che il Poetto scompare, con il mare che si è già rimangiato gran parte del ripascimento che - almeno come quantità ma non come qualità - sembrava aver rimesso le cose a posto per la sabbia. La realtà dice che rispetto a quella sciagurata stagione, solo una decina di anni fa, mica un secolo, la linea della spiaggia è arretrata come minimo di 20-30 metri, alla prima fermata e nella zona del D’Aquila anche di più. Lo può vedere chiunque dalla della rotonda del Lido, in mezzo al mere dopo il ripascimento e oggi di nuovo con i piloni in cemento a far da frangiflutti alle onde. Ovvio, e molti esperti, geologi e quant’altri. lo avevano detto: con quel ripascimento si era portata della sabbia dal fondo del mare (anche se nera e piena di detriti) sulla vecchia spiaggia ma non erano tenuti in nessun conto gli studi sulle correnti e sui venti, che già da decenni portavano via la sabbia bianca quasi africana del Poetto e la depositavano altrove, verso Quartu e verso il primo tratto della costa di Villasimius. Non era stato tenuto in nessun conto inoltre il problema creato dalla distruzione delle colonie di posidonia, un tempo abbondantissime nel Golfo di Cagliari. Quelli che al Poetto ha passato una vita o l’hanno frequentato in estate si sono accorti di un altro particolare del Poetto post-ripascimento: un tempo spesso bisognava fare decine di metri per arrivare con l’acqua alle ginocchia e la spiaggia aveva un aspetto quasi tropicale. Oggi vicino alla battigia c’è un fossato che diventa sempre più profondo. Il risultato è un Poetto che nei giorni di scirocco non regge le forti mareggiate mentre l’erosione avanza inesorabile. Insieme al Pul forse sarebbe il caso di mettere mano ad una soluzione finalmente risolutiva per la salvezza del Poetto.