LE REAZIONI 1. Roberto Orefice del Golden Beach
Attende sereno l'esito della sentenza del Tribunale amministrativo regionale che il 9 si pronuncerà sull'ordinanza di demolizione dei chioschetti emanata dal Comune il 5 ottobre scorso, ma Roberto Orefice, titolare del Golden Beach - l'ultima struttura del litorale cagliaritano del Poetto, uno delle poche ancora in piedi - quando apprende che c'è il rischio concreto che la prossima sarà un'estate senza baretti non cade certo dalle nuvole. «È una cosa risaputa», commenta, «per lo meno era intuibile».
Non crede alle buone intenzioni del Comune, Orefice, è scottato da 12 anni di rinvii, promesse e azioni mai portate a termine. E non basta che dopo tanti anni di amministrazione di Centrodestra, oggi a Palazzo Bacaredda sieda un sindaco di centrosinistra. «Non c'è nessuna intenzione di fare il Pul (Piano di utilizzo del litorale, ndr ), è inutile starne a parlare», taglia corto l'imprenditore. Non basta nemmeno far notare che sabato scorso la Giunta ha approvato gli indirizzi e gli obiettivi del Pul, primo passo del lungo e tortuoso iter di approvazione del documento. «Il primo passo è stato fatto 12 anni fa. Di primi passi ne sono stati fatti tanti, ma si è ancora a questo punto», cioè con la procedura che deve ricominciare da zero.
Poi l'accusa: «Tutta questa fretta di far demolire era comprensibile, non ci si poteva certo aspettare che poi sarebbero state emesse le autorizzazioni. Qualcuno ha fatto solo finta di crederci». (m. g.)