Fuori dal mercato di Pirri, scontro aperto tra ambulanti regolari ed abusivi. I primi accusano i secondi: «Non pagano le tasse e penalizzano il commercio delle attività regolari». Gli abusivi si difendono: «C’è posto per tutti. Se la giornata esce a noi, esce anche a loro». «Chi fa l’abusivo lo fa per bisogno, non per guadagnare», sostiene Ignazio, commerciante di abbigliamento. «Siamo falliti e ci si arrangia: quel poco che c’è ce lo dividiamo. Con i tempi che corrono lo stato cosa pretende? Cosa si dovrebbe fare? Andare a rubare? È una questione di sopravvivenza».
Tra le bancarelle c’è chi cerca la mediazione: «Purtroppo siamo tutti sulla stessa barca, una barca che sta affondando », afferma amaramente Iary Agus. «Anche gli abusivi hanno diritto di vivere». Ma i regolari non ci stanno: «Sicuramente anche gli abusivi devono mangiare, ma la loro è una concorrenza sleale», spiega uno dei pochi regolari (che non vuole rivelare il suo nome), uno di quelli che si possono incontrare solo il sabato, che per quest ’unico giorno alla settimana versa 500 euro l’anno, che paga il suolo pubblico, che assicura i suoi dipendenti e che arriva a stento a fine mese. «Non hanno spese di nessun tipo, ti levano il lavoro e il regolare non ha più nemmeno la possibilità di guadagnare, i conti non tornano e alla fine si è costretti ad evadere anche noi, ad esempio negli scontrini. Il sabato il mercato è più regolare, ci sono anche dei vigili, ma hanno l’ordine di non intervenire». Tra dieci anni, sostiene, tutti i mercati saranno in mano loro e i regolari spariranno del tutto. «Tanti hanno già mollato come si può vedere anche a San Benedetto dove molte piazzole rimangono libere», conclude, «e c’è anche difficoltà a riassegnarle. Non ne vale più la pena». M.C.