LA CRISI Mancate assunzioni e bilancio a secco, i sindacati annunciano battaglia, sotto accusa resta il sovrintendente
Le casse sono vuote e al Lirico non si assume personale a termine. I dipendenti non resistono più e i sindacati scendono sul piede di guerra. Lo stato di agitazione, proclamato da diverse settimane, non rientra, ma la protesta potrebbe sfociare in azioni eclatanti. La pianta organica molto al di sotto delle esigenze costringe l’En - te a navigare a vista. In un’assemblea di mercoledì scorso è andato in scena il muro contro muro tra il sovrintendente Gennaro Di Benedetto e le organizzazioni sindacali. Come scrivono in un comunicato congiunto Fistel- Cisl, Slc-Cgil e i sindacati di base: «Il sovrintendente, incurante del fatto che il teatro che gestisce possiede la più piccola pianta organica d’Italia e sia fra tutti il più penalizzato, naviga in un pantano: non aumenta la produzione e tiene sotto la soglia di sopravvivenza gli organici che dal 2005 si impoveriscono ogni anno a causa del blocco delle assunzioni». Tutta colpa della legge 100, meglio nota come legge Bondi, che mette i bastoni tra le ruote alle Fondazioni Lirico Sinfoniche italiane che vogliono assumere anche solo con contratti a termine. Perché se da un lato costringe a lavorare sotto organico, dall’altro chiede una maggiore produzione: la nuova suddivisione del Fus (il fondo unico per lo spettacolo, in pratica i finanziamenti messi sul piatto dal ministero per i teatri) prende in considerazione proprio quest’aspet - to. Così, continua ancora il documento, «è da tempo che i lavoratori di tutti i settori del Lirico coscienziosamente accettano di lavorare sotto-organico per contribuire a risolvere la grave crisi economica che ha colpito il Teatro ». Solo che la situazione dura ormai da troppo tempo e «le azioni tutt’altro che artistico/manageriali di questa Sovrintendenza rendono sempre più difficile offrire al pubblico la stessa qualità e la sopravvivenza futura del Teatro». La preoccupazione nasce dal fatto che «il rilancio del Teatro non parta innanzitutto dalla valorizzazione delle risorse lavorative e dalla necessaria attenzione alla qualità e alla quantità delle produzioni ». Spiega Cristiano Barrovecchio dello Snater, il sindacato dei lavoratori della Fondazioni Lirico Sinfoniche: «La nostra pianta organica prevede 270 unità. È quella depositata e mai ratificata dal ministero dei Beni Culturali realizzata ai tempi della gestione di Mauro Meli. Al momento siamo solo in 229. Siccome non è stata mai approvata, e viste anche le difficoltà economiche in cui si trova al Lirico, il sovrintendente non la riconosce». Ma qualche speranza ancora c’è, come racconta sempre il rappresentante dello Snater: «Sappiamo che al Teatro della Scala di Milano c’era più o meno la stessa situazione. Solo che lì in 160 hanno fatto causa: hanno vinto e sono stati costretti ad assumerli». Francesca Ortalli