Lo scrittore sardo in coppia con Valerio Mastandrea si è imposto su Petri e Perissinotto
WALTER PORCEDDA
CAGLIARI. È lo scrittore e giornalista cagliaritano Francesco Abate il vincitore, in tandem con l’attore Valerio Mastandrea, dell’ottavo Premio letterario «Francesco Alziator», per il libro «Chiedo scusa» edito da Einaudi, un distillato di vita vissuta raccontato con poesia. Abate e Mastandrea si sono imposti all’interno di una terna di concorrenti agguerriti come Romana Petri, autrice di «Tutta una vita» edito da Longanesi, classificatasi al secondo posto e Alessandro Perissinotto autore di «Semina il vento» (Piemme), al quale è andato il terzo posto. Gli scrittori sono stati premiati al termine di una lunga serata, ieri al Teatro Massimo, presentata in tandem dal giornalista Mario Sechi e il cabarettista Dario Vergassola. Coppia rivelatasi bene assortita e dotata anche di sangue freddo, in grado di superare un avvio si serata claudicante. Contrassegnato purtroppo da fastidiosi problemi tecnici che hanno privato presentatori e ospiti dell’audio (problema dovuto sembra a un frammentario collegamento video con l’attrice Geppi Cucciari).
Ristabilita la funzionalità di casse e microfoni la serata è scivolata poi in ordine tra la musica jazz della Gb orchestra diretta da Giorgio Baggiani, il duo di chitarristi e virtuosi Luigi Puddu e Simone Onnis e gli incontri con gli ospiti. Spazio ampio al giornalista televisivo di origine sarda Giovanni Floris che ha interloquito sul palco con i due presentatori e il sindaco della città Massimo Zedda, presentando il suo nuovo libro edito da Rizzoli e già in zona alta di classifica dei più venduti, «I Decapitati». Sottotitolo «Perchè abbiamo la classe dirigente che non ci meritiamo» abbastanza provocatorio e chiaro che Floris spiega come necessario per capire la situazione politica attuale dove, ormai, «c’è una classe dirigente che non ha più voglia di governare» se non di occuparsi del potere tout court. La responsabilità di questa situazione è ovviamente anche di chi l’ha eletta. «È assai diffuso il sentimento - dice il giornalista - di essere senza una guida. Non si capisce quale strada prendere. È venuto il tempo di riprendersi la delega e ragionare a chi darla». Appunto, a chi? «anche perchè non è detto che quando un leader o uno schieramento cade, chi ha fatto l’opposizione possa prendere il suo posto». E allora? «È tempo di nuovi leader. È normale che i giovani debbano lottare per prendere quei posti e imporsi». Così come è accaduto con Massimo Zedda a Cagliari. E il neo sindaco cagliaritano spiega: «La politica non è un gioco. Io non sarei arrivato sin qui se non fossi stato scelto e indicato, prima dai giovani per diventare consigliere comunale e regionale. E poi primo cittadino. Grazie a chi ci ha creduto fino in fondo».
Gli altri premi sono andati per i paesi del Mediterraneo a Yousef Al Mohaimeed per «Le trappole del profumo» (Aìsara) mentre per la saggistica il primo premio è andato a Franco Rizzi per «Mediterraneo in rivolta» (Castelvecchi), il secondo a Sabina De Gregori per «Bansky il terrorista dell’arte» (Castelvecchi) e il terzo ad Alessandro Portelli per «America Profonda» (Donzelli). Altri premi e menzioni sono andati a Mauro Mura, Maria Francesca Chiappe e Leone Piccinni per «Ladri di uomini» (Della Torre), Pasquale Chessa per «L’ultima lettera di Benito» (Mondadori), Antonello Pellegrino per «Dalla scura terra» (Arcadia), Donatella Di Pietrantonio per «Mia madre è un fiume» (Elliot), Adrian Chivu per «Album da disegno» (Aìsara) e ai testimonial Marcello Veneziani e Karim Mezran.