Nuove regole e rapporti con Quartu
CAGLIARI. Le linee di indirizzo per il Pul, il piano di utilizzo del litorale, ci sono. La giunta comunale le ha approvate nei tempi stabiliti, forse prima di quanto le cattive esperienze delle amministrazioni passate facessero temere. Ora per chi governa la città si apre una possibilità unica: intervenire sul Poetto senza dover fare i conti con chioschi e ristoranti abusivi che da decenni impedivano qualsiasi ragionamento sul futuro del compendio. Il merito del reset è della magistratura: è stata la Procura a riportare la legalità sull’arenile storico. Prima ha imposto la demolizione delle baracche abusive dei ricciai. Poi ha tolto di mezzo gli stabilimenti balneari che si erano materializzati attorno ai piccoli chioschi delle bibite messi in piedi negli anni Cinquanta. Ora Massimo Zedda si ritrova per le mani l’occasione di programmare il Poetto, un’occasione che nessun governo cittadino ha mai avuto negli ultimi cinquant’anni. Gli altri hanno assecondato, la giunta Zedda potrà decidere senza imporre. E a leggere la sintesi degli indirizzi diffusa l’altro ieri sembra che questa sia l’idea, con uno sguardo finalmente rivolto anche al rapporto con Quartu, l’altra metà del Poetto: basta un’occhiata al pasticcio di materiali, stradelli e piste ciclabili, ai punti luce, ai manufatti realizzati negli anni per rendersi conto di quanto poco abbiano dialogato le due municipalità fino ad oggi. Il Poetto, con le saline e gli stagni, è un compendio unico che va gestito e protetto secondo regole e scelte coerenti. Quando nel documento della giunta cagliaritana si fa riferimento alle infrastrutture viarie di collegamento tra il capoluogo e Quartu sembra che il progetto sia di lavorare insieme, al di là delle provenienze politiche. Forse nei prossimi anni non ci sarà solo lo spazio per programmare l’uso del litorale: l’ideale sarebbe che si pensasse alla sua salvaguardia. Ripartendo da quanto la sequenza delle giunte di centrodestra ha lasciato: un arenile grigio, distrutto nella sua architettura naturale, abbandonato all’abuso, ridotto a luogo di ricreazione notturna. Forse tra le pieghe delle norme europee e con l’aiuto della Regione l’amministrazione Zedda potrebbe cercare i contributi per correggere gli errori del passato e riportare il Poetto alle condizioni originarie. Un intervento di manutenzione dell’arenile, condotto con la necessaria calma e con un supporto scientifico qualificato, darebbe un fortissimo segno di rinascita e di cambiamento della città. Di un Poetto-area commerciale con pretese turistiche, dove gli interessi dominanti siano quelli dei prossimi titolari dei chioschi-bar, la città può fare a meno. Di una spiaggia come si deve, di una spiaggia com’era, c’è davvero bisogno. (m.l)