La stagione parte la settimana prossima, ma il mercatino autorizzato di Su Siccu aprirà soltanto alla fine del mese Pescatori e dipendenti, un totale di 400 famiglie, chiedono una soluzione. Domani l’incontro con l’assessore Argiolas
di ENNIO NERI e.neri@sardegna24.net
Ricciai sul piede di guerra. Blitz di dieci pescatori nell’assessorato alle Attività produttive. Qualcuno di loro era armato di taniche di benzina, manon c’è stato nessun tipo di disordine. Il nervosismo si è diffuso in qualche giorno: la stagione dei ricci è alle porte e i ricciai hanno sei mesi a disposizione per pescare e vendere i prelibati prodotti del mare. Ma il Comune ha annunciato che il mercatino previsto a Su Siccu per la vendita autorizzata dei ricci partirà solo traunmesetto. Così i pescatori sono a un bivio: o l’abusivismo in strada oppure la rinuncia a uno dei sei mesi di lavoro. Così ieri una decina di pescatori è andata in via Sonnino, al settimopiano (negli uffici dell’assessorato alle Attività produttive) per rivolgere il quesito all’assessore alle Attività produttive Barbara Argiolas che, insediata da pochi mesi e con una struttura burocratica in affanno, sta cercando di risolvere il problema. Maè tutt’altro che semplice. Va trovato il modo di equilibrare le esigenze dei lavoratori (molti dei quali rientrano nelle cosiddette “fasce deboli”) e il rispetto della legalità. La Argiolas è fuori città per attività istituzionali, ma ha fatto sapere che domani incontrerà una delegazione dei ricciai nel tentativo di trovare una soluzione. Fuori dagli uffici i pescatori raccontano tutto il loro malcontento. Tra loro c’è Lino Depau, che vanta un curriculum di tutto rispetto. Sei anni fa col suo gommeneal largo dell’oristanese è stato inseguito da dueelicotteri delle forze dell’ordine, qualche mese dopo ha minacciato di darsi fuoco in via Biasi, sempre per motivi legati alla pesca. Unannofahaminacciato di gettarsi dai piani alti dell’assessorato regionale all’Ambiente in viale Trieste. Parla della vita dura dei ricciai. Molti di loro abitano nei quartieri popolari come IsMirrionis, Sant’Avendrace e Sant’Elia e aspettano la stagione dei ricci anche per pagare il canone dell’alloggio e le bollette. Levataccia alle 4 del mattino e per la destinazione si osserva la direzione del vento: il levante consiglia l’oristanese, il maestrale la zona di Olbia. Si va in mare alle prime luci dell’alba, assieme ad altre 3 o 4 persone. Anche un centinaio di chilometri in barca per raggiungere la zona di pesca: giunti a destinazione, indassano la muta e comincia la pesca. Per riempire tre ceste (mille e 200 ricci) servono circa tre ore. Dopodiché se le gomme della macchina non hanno subito danneggiamenti (sono frequenti le ritorsioni ai danni dei pescatori “non residenti”) il rientro in città, dove li attendono le bancarelle allestite (almeno fino all’anno scorso) sul ciglio della strada. I clienti sono tanti. La domandadi ricci dimare da parte dei cagliritanti è molto forte. Perché a comprare i vasetti di polpao i ricci stessi ci vannopraticamente tutti: «anche i politici e i carabinieri», assicurano i pescatori. Al giorno riescono a vendere merce per 200 euro. Le cooperative raccontano un giro d’affari da 70 mila euro a stagione che mantiene circa 400 famiglie in città. La guerra è partita l’anno scorso coi controlli a tappeto effettuati dai Nas in città: multe e sequestri per violazioni sulla legge del commercio. Paolo Carta, assessore alle Attività produttive della Giunta Floris, aveva cercato una prima soluzione nel piano di commercio in area pubblica: Marina Piccola o Su Siccu. L’assessore Barbara Argiolas ha revocato il piano, avviato trattative con la Asl e l’Autorità portuale e individuato un’area per il mercatino autorizzato: Su Siccu, dove troveranno posto , traunmesetto, 12 venditori. Nerimarranno fuori almenoun’altra ventina. L’assessorato alla Programmazione sta cercando di recuperare 300 mila euro per un altro mercatino da realizzare all’Ottagono,manon sarà possibile. «Per il ora il Comune non mi ha ancora inoltrato altre richieste », spiega Piergiorgio Massidda, presidente dell’Autorità portuale, «ma se dovesse farlo sono pronto ad ascoltarli, sia per quanto riguarda la possibilità di concederenuove aree che erogare finanziamenti. Il mio cuore è coi ricciai. Ma io ho molti più ostacoli burocratici rispetto al Comune». «Stiamo attivando un nuovo percorso di regole », spiega l’assessore alle Attività produttive Barbara Argiolas, «abbiamo trovato lo spazio per il mercatino, ma purtroppo non ci sarà posto per tutti. Stiamolavorando con le associazioni di categoria per avviare un percorso formativo in grado di mettere tutti i ricciai in condizione di lavorare anormadi legge ».