Un accoglimento del ricorso attribuirebbe al centrodestra il controllo dell'aula
Premio di maggioranza: sentenza attesa per domani
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È rimasta sopita per i primi cinque mesi del governo Zedda, ma ora la discussione sull'anatra zoppa, che ha caratterizzato gli ultimi scampoli delle amministrative di maggio, torna a essere al centro dell'attenzione: domani davanti al Tar è prevista l'udienza del ricorso presentato dai candidati esclusi dal Consiglio comunale. In sintesi: ha fatto bene la commissione elettorale ad assegnare il premio di maggioranza al centrosinistra nonostante il 54 per cento di voti di lista collezionati dal centrodestra? I magistrati potrebbero arrivare direttamente a una decisione. Che non avrebbe riflessi immediati sull'aula di Palazzo Bacaredda (qualsiasi sentenza, soprattutto quella di accoglimento, verrebbe immediatamente appellata al Consiglio di Stato con richiesta di sospensiva), ma è ovvio che un eventuale pronunciamento favorevole all'attuale opposizione causerebbe un vero terremoto.
NUOVA MAGGIORANZA? Perché il sindaco dovrebbe affrontare la reale possibilità di fare i conti con una maggioranza in Consiglio di colore opposto alla coalizione che lo ha sostenuto alle amministrative. Una condizione che ovviamente rischierebbe di trascinare il primo cittadino nel vortice ingovernabilità-crisi-dimissioni, come è successo lo scorso anno a Iglesias. La questione si basa sull'interpretazione della legge elettorale. La normativa prevede un premio di maggioranza da attribuire alla coalizione del sindaco, a meno che uno degli schieramenti non collezioni più della metà dei voti. E a maggio il centrodestra ottenne quasi il 54 per cento dei voti di lista. Ma il dato delle preferenze, se calcolato insieme ai voti per i candidati sindaci, scenderebbe sotto il 50 per cento. Più in generale, i magistrati amministrativi dovranno scegliere, leggi alla mano, se privilegiare la governabilità (come ha già fatto la commissione elettorale dopo il ballottaggio) o il principio della rappresentatività.
L'UDIENZA Il collegio dei giudici potrebbe pronunciarsi immediatamente, sia se riterrà ammissibile il ricorso, sia nel caso contrario. Difficile che vengano disposti atti istruttori. Un eventuale accoglimento del ricorso rivoluzionerebbe gli equilibri in aula. Il centrodestra, di cui fanno parte attualmente 16 consiglieri, arriverebbe a quota 24 seggi. Il Pdl passerebbe da 5 a 8 consiglieri, i Riformatori da 4 a 6, Patto per Cagliari e Udc raddoppierebbero i propri rappresentanti (da 1 a 2 e da 2 a 4), mentre le altre liste manterrebbero gli stessi numeri. Il centrosinistra ovviamente perderebbe per strada pezzi fondamentali e da 24 si ridurrebbe a 16 consiglieri. In particolare il Pd avrebbe 4 seggi in meno, Sel 2, l'Idv uno, i Socialisti non avrebbero più rappresentanti. ( m.r. )