Pacchetti week end, cicloturismo, cultura, nautica e grandi eventi. Confindustria, Comune e Camera di commercio al lavoro
Cagliari è poco conosciuta come destinazione turistica, è più percepita come porta d’accesso all’Isola». Lo dice Josep Ejarque, esperto di strategia e marketing, che ha nel curriculum - tra le altre cose - la comunicazione dell’Ente del turismo di Barcellona e l’organizzazione delle Olimpiadi del ‘92 e dei Giochi invernali di Torino 2006. A monsieur Ejarque e al suo team, Confindustria chiese, un anno e mezzo fa, di preparare un Piano per promuovere la città e spiegare agli addetti ai lavori come renderla attraente agli occhi dei tour operator e dei viaggiatori italiani e stranieri. Allora, l’amministrazionecomunale (Giunta Floris) non mostrò particolare interesse per le proposte degli imprenditori. Oggi invece tra associazione, Camera di commercio e Comune, si dialoga e si gettano le basi per una collaborazione strettissima che traduca in pratica le indicazioni dello studio. Ci sono, prima di tutto, i punti di forza. Il riconoscimento come capitale della Sardegna, l’eccellente accessibilità aerea con un buon numero di collegamenti e frequenze, la buona qualità della vita, le condizioni climatiche ottime per gran parte dell’anno, l’esistenza di monumenti, di un patrimonio artistico e architettonico, di risorse naturalistiche e di una spiaggia urbana, una segnaletica turistica efficace, una buona offerta culturale. Condizioni oggettive che potrebbero fare la fortuna di qualsiasi località. E allora? Cos’è che non funziona? Ecco i punti di debolezza: frammentazione del sistema e scarsa collaborazione tra aziende, insufficiente offerta alberghiera, scarso richiamo degli eventi, livello medio di imprenditoria, inesistenza di servizi di incoming organizzati, scarsa attitudine verso la ricerca di nuovi clienti e segmenti, bassa presenza di offerte in Internet, inesistenza di azioni promozionali del territorio e degli eventi,mancanza di un unico attrattore in grado di richiamare autonomamente i flussi turistici, fiere con eventi di scarso interesse extra Sardegna, scarso appeal della vita notturna. «Ancora oggi alcuni pensano che l’attività economica legata al turismo sia semplicemente da ricondurre al trasporto dei turisti e alla loro accoglienza », spiega Andrea Pili dell’associazione degli industriali della Sardegna meridionale. «Non si pensa invece che bisogna organizzare “prodotti” turistici. Per far questo è indispensabile l’intervento pubblico che coadiuva le attività dei privati e ne regola i rapporti, svolgendo anche un’attività di vigilanza». Secondo il Piano bisogna puntare su: city break (cioè pacchetti week end tutto compreso), cicloturismo, turismo balneare e culturale insieme, meeting, soft adventure, turismo nautico e naturalistico, grandi eventi. Per vendere bene questi “prodotti” è necessario modificare l’attuale sistema, con la riduzione (o aggregazione e sintonizzazione) degli attori coinvolti, con una maggiore partecipazione dei privati al finanziamento della promozione e nelle scelte strategiche, con l’adeguamento alle condizioni di concorrenza delle altre destinazioni. «In generale oggi non esiste un’attrattiva in Cagliari che abbia autonomamente la capacità di attrarre turisti in termini di richiamo e quindi di motivazione del viaggio», aggiunge Pili, «infatti, su un totale di 72 singoli elementi attrattivi considerati, solo 4 sono di primo livello. Tutto questo significa chedobbiamo lavorare parecchio. E crediamo che la forza di questo progetto stia soprattutto nel fatto che sia stata fatta da uno straniero».