Poetto
LA CERIMONIA I ragazzi durante l’apertura della manifestazione ieri pomeriggio a Marina Piccola
RICCARDO GUANTINI
MARINA PICCOLA I mondiali per ragazzi in città: oltre 400 iscritti da tutto il mondo. I racconti dei giovani sardi
Un vuoto di trent’anni, ma da ieri Cagliari sembra di nuovo pronta a ritornare protagonista nel windsurf mondiale. Dal punto di vista organizzativo senza dubbio, con il doppio appuntamento internazionale nelle acque di Marina Piccola da ieri a venerdì, e sul fronte agonistico, con i migliori giovani che dominano sui coetanei under 18 di tutto il mondo. Ma non dal punto di vista turistico: grandi e scontate capacità climatiche e territoriali, ma il capoluogo ancora incapace di fornire quell’offerta che in altre città d’Italia e d’Europa trasformano le manifestazioni della vela in veri e propri eventi turistici.
L’elenco, tra il 1979 e il 1981, vantava Paolo Brianda, Paola Toschi, Gigi Barrella e Alberto Diaz, poi il nulla: «Tutta colpa dell’evoluzione delle tavole, da quell’imposizione che trasformò il surf in una disciplina per soli ricchi e anche chi aveva il talento veniva penalizzato », racconta Diaz, che oggi ha quasi 60 anni. Ma la lista è di nuovo ricca di nomi e di titoli: Marta Maggetti, Mattia Onali, Elena Vacca, Michele Cittadini, fenomeni di 15 anni con le mensole della cameretta zeppa di titoli italiani, europei e mondiali. «L’obiettivo sono le Olimpiadi», sogna Marta, che passa le sere a guardare le previsioni meteo su internet: «Mi alleno quasi tutti i giorni più le volte in cui esco in surf con gli amici». I soldi li mette papà: «Capisco che sia impegnativo, c’è bisogno di sacrifici economici ma anche personali», spiega Elena, «Devo studiare con costanza e allenarmi, ma so che per fare questo tipo di attività c’è bisogno di almeno 1500 euro per l’attrezzatura». Ma i costi sono stati abbattuti rispetto a qualche decennio fa, quando la passione dovette cedere il passo alle cifre milionarie: «Il windsurf è uno stile di vita», confessa Mauro Covre, coach del Windsurf Club, «Oggi si sta riuscendo ad avere prodotti di qualità a prezzi accessibili come tutte le altre discipline. Ma nel conto finisce anche l’impegno, a cominciare dalle tre ore ogni giorno di allenamento». I risultati però parlano chiaro, e vedono gli atleti sardi non ridotti a comparse come spesso si può pensare in queste occasioni, ma avversari da sfidare e cercare di battere per i coetanei delle altre 23 nazioni rappresentate in questa sei giorni di kermesse internazionale sulle onde del Poetto. «Ci sono tutti i continenti tranne l’Africa», dice con orgoglio Daniele Ciabatti, direttore della manifestazione, «E incontrare due dirigenti sportivi del Pakistan che sono venuti apposta a Cagliari per vedere come si organizza un evento di questo tipo, visto che l’anno prossimo ospiteranno i mondiali, è un vanto». Centinaia di tavole, quasi 500 partecipanti, il doppio delle persone se si considerano coach e accompagnatori, coinvolti nel doppio evento, i mondiali Rs:X Youth e l’euro - peo Techno 293. «Tutto questo ci costa tra i 50 e i 100mila euro», sottolinea Roberto Dessì, vicepresidente del Windsurf Club, «però i risultati non bastano, c’è bisogno di migliorare l’of - ferta turistica».
Lazzaro Cadelano