L’edificio, risalente al 1905, è un esempio di liberty ed è catalogato come monumento di archeologia industriale La tutela rischia di complicare la realizzazione dei servizi per le residenze universitarie, come la mensa e la biblioteca
di ENNIO NERI e.neri@sardegna24.net
Il silos ferma il campus. Edificio storico, tra i primi esempi di liberty in città, ma sopratutto architettura industriale dei primi anni del XX secolo: il vecchio silos della semoleria di viale La Playa, potrebbe essere tutelato come bene di archeologia industriale. Esenza gli spazi del silos il campus perde i servizi come la mensa, le sale studio e gli auditorium. El’iter di approvazione di tutto il progetto, subisce una brusca frenata in attesa di chiarimenti. Un vincolo di tutela da parte della Soprintendenza ai Beni paesagistici rischia complicare i piani dei tecnici di Regione, Comune e Ersu, al lavoro per una una soluzione sul campus per studenti universitari in viale La Playa che possa accontentare le esigenze di tutti. E dire che l’accordo era stato trovato. La Regione ha dato il via libera all’Ersu per la richiesta di finanziamento al Miur, il 26 luglio l’ultimo giorno disponibile. Costringendo così l’ente regionale amandareavanti l’unico progetto possibile: quello vecchio di Edilia. L’Ersu si attiva e avvia un’interlocuzione con Regione e Comune, dove la Giunta Zedda dicenoal progetto di Edilia e punta su un campus coi servizi (mensa, biblioteca, ecc) sul modello di quello dell’archistar brasialiana Paulo Mendes Da Rocha (bocciato nel 2008 dall’ex Giunta Floris). Le parti si incontrano il 20 settembre e mettono nero su bianco qualche punto fermo. Si decide di rivedere il piano di Edilia per aggiornarlo, e definire, in tempi brevi, il nuovo progetto in modo da partire, il prima possibile, con il primo lotto dei lavori. Nei primi giorni di ottobre si arriva alla definizione delle linee guida del nuovo progetto. Campus in tre blocchi: il primo lotto sarà identico (ma solo per quanto riguarda i dati tecnici) al vecchio progetto di Edilia: 356 posti letto, volumetria per 30 mila 902 metri cubi, superficie di 9 mila 868,06 metri quadri, con parcheggi in autorimessa per 7mila 240,34 metri quadri. Il secondo( tra i 30e i 35 milamc) destinato ad alloggi e servizi: resta da stabilire quanti posti letto nel secondo edificio, complessivamente però il campussupererà le 500 unità. Infine, il terzo blocco, (anche questo tra i 30 mila e i 35 metri cubi circa) sarà destinato alle strutture di servizio, che saranno messe a disposizione non solo degli studenti del campus, madell'intera comunità studentesca e giovanile.Ela demolizione del vecchio silos avrebbe dovuto liberare gli spazi necessari alla realizzazione dei servizi per le residenze: questa la soluzione in grado di mettere d’accordo Regione e Comune.Maecco nuovamente i problemi. In primis da parte del Comune, proprietario del silos e restio a cederlo gratuitamente alla Regione (in proposito Alessio Mereu, capogruppo dei Riformatori in consiglio comunale e membro del cda dell’Ersu, ha in programma la presentazione di un ordine del giorno) e, infine, la possibilità il silos sia protetto da un vincolo. Il silos vecchio risale infatti al 1905 ed è un pregevole esempio di architettura industriale primi novecento. Nell’ambito del vecchio accordo di programma si prevede la cessione all’amministrazione comunale di questa porzione di comparto al fine di rendere di uso pubblico queste testimonianze memoria storica del passato industriale di questa parte della città. Resta ora da capire se il vincolo esiste e in che modo protegge la grande struttura (quasi 14 mila cubi). La facoltà di Architettura (che dovrà predisporre il nuovo progetto) ha bisogno di capire di quali spazi può disporre: e se il silos deve restare in piedi.