SANT’ELIA
COMUNE Zedda lo vorrebbe aprire a tutti gli sport e usarlo come arena spettacoli ma deve essere ristrutturato
Il Cagliari ha in concessione il Sant’Elia fino al 2013. Se Cellino riuscirà a oltrepassare i confini comunali, portando i rossoblù a Elmas, il Comune dovrà decidere che farne. Il sindaco Massimo Zedda ne ha parlato anche nelle sue dichiarazioni programmatiche in consiglio comunale: «Vorremmo fare dello stadio un centro polivalente », ha detto in Municipio, «aperto a tutti gli sport, capace di garantire la massima fruibilità per la cittadinanza anche come sede per ospitare grandi eventi di spettacolo. Deve essere garantito l’accesso il più ampio e diffuso possibile a chi a tutti i livelli pratica attività sportiva». Nessuno ha parlato però di soldi per la ristrutturazione. Intenzioni, quelle di Zedda, manifestate a una condizione, ossia «nel caso in cui si aprissero altre possibilità per il Cagliari calcio». Il dubbio resta sempre, anche se Cellino ha dichiarato, a più riprese, che la realizzazione del nuovo stadio sarebbe l’impresa più importante della sua vita. Il patron è stato quasi costretto a dover scegliere Elmas. Il suo rapporto con l’ex sindaco Emilio Floris ha vissuto di alti e bassi, proprio a causa della difficoltà di trovare un accordo sul Sant’Elia. Ripetuti incontri, strappi e tentativi di mediazione dei pontieri di turno non sono bastati a convincere il presidente a rimanere a Cagliari. Il Comune ha preparato anche una gara internazionale per la ricostruzione del Sant’Elia, alla quale avrebbe partecipato per ovvie ragioni solo il Cagliari calcio. Ma anche questo tentativo è andato a vuoto. La telenovela è andata avant per anni e il Cagliari sembra pronto e emigrare, Enac permettendo. I dubbi sul futuro del Sant’Elia restano, anche se rimane in piedi la tesi di Gigi Riva secono cui il Cagliari continuerà a giocarci per sempre e l’opzione Elmas non sarebbe mai stata percorribile. E. F.