Rassegna Stampa

Sardegna 24

Politica, programmi e nuovi segnali

Fonte: Sardegna 24
20 ottobre 2011

L’INTERVENTO

Unabuona politica dovrebbe saper leggere i segnali di insofferenza che arrivano dalla società e dovrebbe perciò compiere quel cambiamento che superi l'abitudine consolidataall'autoconservazione. Isegnalidipopulismoantipartiticosonodatemere fortemente: l'antipolitica è un pericolo serio e reale. La Sardegna non fa eccezione, eanchenellanostraisola crescedi giornoin giornola sfiducia deicittadini,aggravata da una crisi economica devastante, cheaumentale insofferenzecontrola classe politica che non si rinnova. In questo quadro politico generale, il PD Sardegna, dopo diversi anni continua ad apparire più come una sigla che come un partito, gestitodaoligarchie ostiliad ognicambiamentoe chenoncapiscono chelamisuraè colma. Al suo interno sono ancora prevalenti i segni della “fusione asimmetrica”, un incontro tra nomenclature di partito, lasommadigruppidirigentitesiadifendere a tutti i costi il proprio status personale. Dov'è la politica, dove sono i programmi, quali i segnali forti di discontinuità che diano risposte ai bisogno dei cittadini, qual è il progetto di Sardegna per tornare alla guida della Regione? Genera molta angoscia vedere come tutto sia ridotto ad unrodeo per la leadership,aduncomitato di personaggi che gestisce il partito come un affare privato, sempre impegnato a difendere il fortilizio dei propri privilegi e quello dei famigli devoti. Sono i soliti noti che hanno ordito la trama per affossare l'unica esperienza di Governo Regionale che, pur tra inevitabili errori ( chi non fa non sbaglia), ha rappresentato una netta rottura con i vecchi sistemi, le loro regole ed i riti consolidati. Ora serve un'altra grande scossa che frantumi le incrostazioni che hanno finora impedito alPDSardo di essere un partito veramente nuovo. Bisognaliberarlo dalla tenaglia degli accordi verticistici e dal predominio dei satrapi e dei cacicchi,checontinuanoacondizionare le scelte dei militanti. C'è la consapevolezza che non si riesce ad intravedere chi sarà capace di fare un passo indietro. Chi darà il buon esempio? Chi compirà il grande gesto di generosità versounpartitocheèpericolosamentepiegato su se stesso? Ci sono troppi motivi perritenereche questa classe dirigente del PD Sardo non fornirà l'esempio dovuto, dando le dimissioni dalle cariche ricopertedatroppotempo, e/orinunciandoaricoprire incarichi gestionali che dovrebbero essereaffidatiadiscrittioelettoripiùcapaciemeritevoli. E' arrivato allora ilmomento in cui le donne e gli uomini più giovani del PD Sardo diano un grande segnale di orgoglio e di responsabilità candidandosi ad assumere la guida del nostro partito. Occorre che dialoghino tra loro, dando luogo a una sorta di comitato interprovincialeprovvisorio, peraffinareunabaseprogrammatica, chelivedaartefici diunpartitoveramenterinnovato. Itrentennieiquarantenni più coraggiosi del nostro partito assumano il gravoso compito di prendere la guida nell'interesse non solo di tutti gli iscritti,maper riaccendere le speranze degli elettorichefinora cihannoonoratodella lorofiducia. C'èunimportanteappuntamento già calendarizzato: la conferenza programmatica regionale del PD Sardo. Ebbene, quella è un'occasione in cui le energiepiùvive, le intelligenze piùattive,e soprattutto ledonnee gliuominipiù liberi nel pensiero e nell'azione del nostro partito( beneficiumaccipere libertatemestvendere), sono chiamate a manifestare il loro talento politico. E' opportuno sottolineare che l'indicazione anagrafica non può intendersi come un discrimine verso gli “over 40”, iscritti, dirigenti, e amministratori del partito, che hanno improntato e improntano il loro agire politico a criteri di sobrietà ededizionesenza essere perennemente al centro del recinto del rodeo. Ma è indilazionabile la rivolta contro gli intoccabili, operando un salto generazionale alternativo che salvaguardi ciò che è ancora vivo da ciò che irrimediabilmente caduco.Istigazione ereticaosempliceinvito a compiere uno sforzo attraverso nuove energie, per il riscatto di un partito che è quasi sempre in ritardo nel cogliere le istanze e il cambiamento invocato dalla gran parte dei nostri elettori? Tanino Marongiu Consigliere comunale del PD