Commento
di Fabio Manca
«In questa città non deve essere perso un solo posto di lavoro». Lo disse Massimo Zedda il giorno del suo insediamento in Municipio. Promessa tanto sincera quanto ardìta perché pronunciata nel pieno di una crisi economica che già si preannunciava devastante. Ardìta anche perché nelle stesse ore il sindaco annunciava il no definitivo agli spettacoli all'Anfiteatro. Non fu una sorpresa: la sua posizione era nota da tempo. Il problema è che non c'era e non c'è tuttora un'alternativa. Certo, il sindaco è in sella da quattro mesi e mezzo e siamo certi che sta affrontando tutte le emergenze. Ma i posti di lavoro nel settore degli spettacoli iniziano a perdersi davvero e passerà al massimo un mese prima che anche le pareti che reggono l'indotto inizino a franare travolgendo altri occupati: nei box office, nei services che garantiscono supporto tecnico ai concerti, nel turismo legato agli spettacoli, che negli ultimi anni ha dimostrato di essere vivo e di portare benefici a una città che negli ultimi cinque anni, soprattutto d'estate, è stata viva, pulsante, ricca di eventi e appuntamenti. Molti dei quali, è vero, pagati con denaro dei cittadini. Ma se i soldi delle amministrazioni pubbliche sono finiti e gli sprechi non sono più tollerati, non è ammissibile che l'alternativa sia il nulla attuale e quello che si prospetta. Per questo i primi cassintegrati e i primi disoccupati devono rappresentare un segnale per l'amministrazione Zedda. Non gli si chiedono miracoli, ma decisioni in tempi ragionevoli sugli spazi per gli spettacoli. D'estate e d'inverno.