Prima stagione senza l'Anfiteatro romano e il settore è già in agonia
Nel 2011 crollo dei fatturati e cassa integrazione
Vedi la foto
La prima estate senza Anfiteatro porta in dote la cassa integrazione, il crollo dei fatturati delle società che organizzavano gli spettacoli nell'arena e una crisi generalizzata di tutta la galassia di servizi per i concerti, dalle hostess alla security, passando per le biglietterie.
LA CRISI Se Massimo Palmas ha già annunciato il ricorso agli ammortizzatori sociali per sette dei quattordici dipendenti (a tempo indeterminato) di Sardegna Concerti e Sardegna Jazz, le due cooperative che fino allo scorso anno controllavano la fetta più grossa dei concerti estivi cagliaritani, anche le altre associazioni non sorridono. Anzi. «Il settore sta morendo, non è così lontana l'ipotesi di chiudere tutto», dice Roby Massa, direttore artistico di Spettacoli&musica. Cioè Jovanotti, Pfm, Alessandra Amoroso. «Abbiamo organizzato otto spettacoli in Fiera, ma le spese sono lievitate rispetto agli anni passati. In tutto, tra affitto della struttura e attrezzature, quasi centomila euro. È un'agonia, non credo che la prossima estate ci sarà qualcuno che avrà la voglia e la forza economica di organizzare la stagione dei concerti».
IL CROLLO Massimo Palmas ragiona con dati alla mano: «Fino a qualche anno fa il bilancio delle società sfiorava i 4,5 milioni di euro. Quest'anno invece siamo a un milione e duecentomila euro. E la cosa peggiore è che non ci sono prospettive per il futuro, ecco perché dobbiamo ricorrere alla cassa integrazione. Che per noi è una scelta dolorosissima, perché si tratta di persone che lavorano con noi da trent'anni. Ma non possiamo andare avanti».
LA STAGIONE INVERNALE Il rischio è che l'allestimento di uno spazio al coperto, nel padiglione E della Fiera, in grado di ospitare gli spettacoli invernali, non basti. «Per noi», dice Palmas, «è una struttura inutile e inutilizzabile. Non sappiamo quanto possa costare, non è riscaldata, è un capannone. Non è certo adatto. E poi per noi è già tardi: la nostra proposta, fatta al Comune due mesi fa, prevedeva un cartellone invernale dal 31 ottobre al 31 dicembre. Ormai non possiamo più far nulla: si stanno distruggendo i risultati raggiunti faticosamente in vent'anni».
Anche al Box office di viale Regina Margherita, dove viene venduta gran parte dei biglietti per i concerti in città, la crisi si è fatta sentire: «Abbiamo staccato circa il trenta per cento di tagliandi in meno», certifica Giusi Masala. E questo vuol dire, ovviamente, meno guadagni. «A Cagliari i concerti sono concentrati durante l'estate. E se salta la stagione, si compromette tutto l'anno».
Michele Ruffi