Pirri, assemblee e una mozione per chiedere al Comune di cambiar rotta
ALESSANDRA SALLEMI
CAGLIARI. Trentaquattromila abitanti di Pirri chiedono che l’ex Vetreria resti una grande conquista della frazione un tempo comune autonomo con tante officine artigianali e industriali. Quindi è un bene la permanenza del teatro Cada Die che, tra gli altri, ha il merito di aver aperto palchi e prove agli abitanti e di aver creato una scuola scenica, ma l’intero spazio a metà tra ex vetreria ed ex distilleria secondo la municipalità non può essere tutto dedicato al teatro. Insomma, da Pirri arriva una ben confezionata smentita all’unanimismo sulle scelte della giunta che, nell’apprezzabile tentativo di mettere ordine nella gestione degli spazi culturali cagliaritani, il 22 settembre scorso con la delibera 186 ha messo in moto una serie di reazioni preoccupate perché a tutto il complesso della Vetreria veniva riconosciuta una vocazione esclusivamente teatrale. Si è preoccupato perfino il gruppo che ruota attorno alla cooperativa teatrale Cada Die: apparentemente benedetto dall’approvazione municipale col riconoscimento che l’ex Vetreria si identifica ormai nel loro ventennale far teatro, il gruppo si ritrova alle prese con un bando di gara ancora non uscito per la gestione di un complesso che, senza le attività economiche su cui qualcuno anche di Cada Die ha storto il naso, non si saprà come mandare avanti. Gli stessi animatori di Cada Die in una conferenza stampa tenuta tre giorni fa ricordavano che i tagli del Governo su cultura e istruzione, per la Sardegna si aggirano sul 42 per cento: come si camperà? coi biglietti? con i corsi di teatro? con i laboratori? Si sa già che, queste, non sono fonti di guadagni. Gli animatori di Cada Die hanno denunciato «eccitazione e timore» per quel che sarà: non possono essere sicuri di vincere, il teatro rischia di passare di mano. Anche loro hanno dichiarato che l’ex Vetreria deve essere aperta alla comunità di Pirri: la necessità sociale del teatro è forse uno dei pochi strumenti che li potrà trattenere dove operano dal 1991. Dunque, si torna alla mozione votata ieri nell’assemblea della municipalità presieduta dall’insegnante Luisella Ghiani. Che già ieri, prima della seduta, esprimeva ciò che era emerso nelle assemblee pubbliche della municipalità con gli abitanti di Pirri (l’ultima il 30 settembre). Lei stessa faceva parte dell’Aspis, l’associazione che negli anni ha recuperato l’ex Vetreria e quindi destinato un capannone ai teatranti di Cada Die. «La naturale vocazione dell’ex Vetreria è la promozione dell’aggregazione sociale - spiegava ieri la presidente -, questo luogo ha un grandissimo valore identitario, nella distilleria dovevano sorgere laboratori artigiani, in questo momento ci sono invece gli uffici del censimento. E’ la popolazione che dal 1984 l’ha fatta propria con l’associazione Aspis. L’ex Vetreria è stata ristrutturata attraverso il programma europeo Urban con un progetto complesso che partiva dal disagio sociale ed economico di Pirri. La popolazione nelle assemblee ha rinnovato la richiesta di spazi per gli anziani, per i bambini e per i giovani. L’assemblea pubblica ha chiesto che la questione sia vista in modo globale, senza voler togliere il connotato teatrale che è importantissimo anche sotto il profilo sociale per il lavoro fatto coi bambini e i disabili». Resta il museo Aquilegia: «E’ bello, ci lavorano tanti giovani volontari, fanno ottime cose, io l’ho potuto apprezzare al Riva come insegnante con le mie classi, ma è arrivato a Pirri e la municipalità non ne sapeva niente. La loro convenzione è scaduta a novembre del 2010, devo ricordare che a Pirri ci sono tanti che hanno collezioni private meritevoli di esposizione e che non hanno spazi. Io credo che l’aspetto del museo vada affrontato in un ragionamento generale, ma la questione spazi non si può più concepire in modo particolaristico».