Rassegna di pianoforte
Le facce del '900 sono tante ed elaborate. Difficile trovare le affinità tra i suoni disarticolati delle avanguardie anni '70 e le soffici nuances degli impressionisti. Dall'osservatorio privilegiato del repertorio per pianoforte, Balázs Fülei ha provato a narrarne gli intrecci, a mediare tra le diverse anime e ispirazioni. Giovedì al Ridotto del Massimo di Cagliari ha così portato in concerto musiche frutto di ispirazioni e sensibilità differenti, arricchendo di un ulteriore tassello la rassegna pianistica degli Amici della musica. Nato e cresciuto in Ungheria, affermatosi nell'edizione dello scorso anno del Premio Porrino, Balázs Fülei mette tutta la sua sensibilità e tecnica robusta nell'interpretare Debussy come Messiaen, rispettandone le peculiarità. Algido e analitico nel Five Piano Pieces (1973) di Laszlo Dubrovay, a rispecchiare le idealità darmstatiane e atonali, diventa suadente, con un tocco ricco di riflessi in Estampes (1903) di Debussy. Vitalità e irruenza si fanno spazio in Noel di Messiaen in un crescendo incalzante che riempie di energia. Fino a che prendono forma le fantasie musicali di Janacek che con On an overgrown path - excerpts (1901-1911) si affida alla sua mano esperta per sfumare i contorni con note che diventano evanescenti. Unica deviazione dal tema del '900 è l'incursione nella cultura magiara, con le Csárdás macabre di Liszt, che Fülei legge con virtuosismo e vivacità in un intreccio frenetico di melodie. Disinvolto e a suo agio nel nugolo di difficoltà pirotecniche di Liszt, ne esalta la voglia di stupire, con note che si affastellano nella frenesia del finale. Giusto una parentesi prima di tornare a tempi più recenti con i Capricci (2008) di András Gábor Virágh, e poi Elis di Heinz Holliger. L'impeto della musica magiara torna a mostrarsi tutta nella Sonata di Bartok (1926), ricca di vitale irruenza. Un concerto di spessore per il festival degli Amici della musica: preludio al cartellone autunnale e alla XX edizione del Concorso Porrino, dal 21 al 25 novembre tra Conservatorio e Lirico.
Greca Piras