COMUNE Una maratona di dieci ore l’Aula “promuove ” Zedda
di Marcello Zasso marcello. zasso@ sardegnaquotidiano. it
n Due terzi del Consiglio comunale hanno battezzato la guida di Massimo Zedda. Dieci ore in Aula ieri per discutere le 45 pagine di dichiarazioni programmatiche che il sindaco aveva presentato il 27 settembre. La votazione finale dei 32 presenti si è conclusa con 19 voti a favore, 10 contrari e 3 astenuti: il primo cittadino e il presidente del Consiglio che hanno rispettato i loro ruoli istituzionali e il consigliere sardista Paolo Casu, che segue sempre una linea tutta sua tra opposizione e maggioranza. Una maggioranza di centrosinistra che, nonostante ieri sia riapparso in Aula lo spauracchio dell’anatra zoppa, guida il Consiglio e appoggia l’ex consigliere regionale di Sel che ha vinto le elezioni battendo al ballottaggio Massimo Fantola. LA MARATONA IN AULA La seduta è cominciata alle 10 e, dopo una breve introduzione del sindaco, è stato proprio l’ex senatore dei Riformatori ad aprire la girandola di interventi. Per Fantola è stato il battesimo: era il suo primo intervento in Aula, tanto che ha avuto difficoltà ad accendere il microfono. Il leader ufficiale dell’opposizione ha parlato della crisi a tutto campo che riguarda non solo la realtà cagliaritana dove, anzi, non si è ancora appalesata nel modo peggiore. A fronte di queste prospettive, secondo il candidato sconfitto, Zedda è «il comandante di un vascello che vedendo cieli neri all’orizzonte, non cerca la salvezza ma guarda dentro la sua imbarcazione». Il sindaco, secondo lui, non sta dando un indirizzo per lo sviluppo della città ma sta concentrando gli sforzi su quello che non è stato fatto di buono prima. Dieci ore dopo, Zedda gli ha risposto mantenendo la metafora marinaresca: «In mare non si esce mai da soli, per manovrare grandi barche occorre lo sforzo di tante persone per evitare naufragi e altri rischi. Per questo bisogna ascoltare tutti i pareri utili - ha detto Zedda -: certo è che il comandante deve dare la direzione, che può sempre essere corretta da chi manovra le vele o studia la rotta. L’importante è scegliere la soluzione migliore». Anche il socialista Raimondo Perra ha scelto la via del mare per difendere il sindaco: «Zedda è il comandante, ma prima era un marinaio che ha capito come si può dare la rotta giusta». Una scossa al dibattito è arrivata da Claudio Cugusi del Pd che, dai banchi della maggioranza, ha sollevato qualche critica al programma del sindaco, sostenendo che c’è bisogno di liberarsi degli strati ideologici, di non dire solo no a tutto ciò che ha ereditato dalla precedente amministrazione e che serve maggiore ascolto reciproco. Gianni Chessa, capogruppo dell’Udc, ha chiesto al sindaco di imporsi con Cellino per non portare lo stadio ad Elmas e gli ha consigliato di avere più coraggio: «Si sta impegnando molto, ma sia più autoritario». Zedda ha risposto declinando l’invito: «Non è nel mio carattere, non sarò mai autoritario: semmai, un domani, autorevole». Dai banchi della maggioranza sono arrivati tanti riferimenti alla voglia di trasparenza nella gestione dell’amministrazione pubblica, in contrapposizione con la precedente guida del Comune. L’ex assessore alle Politiche sociali Anselmo Piras ha criticato l’abuso della parola “tra - sparenza” fatto durante gli interventi del centrosinistra e ha detto che tutti i riferimenti fatti a gare d’appalto e affidamenti sono compito dei dirgenti e non degli amministratori, e «se fossi un dipendente comunale mi sentirei offeso per le pesanti accuse lanciate dalla maggioranza». Il capogruppo dell’Italia dei Valori Giovanni Dore ha risposto citando esempi della gestione precedente, come la vicenda del progetto di Abitare assistito. «Un’dea valida per offrire una residenza e dei servizi ai disabili - ha detto - ma che è stato attuato solo per affittare case sfitte di un costruttore amico di un consigliere comunale con soldi pubblici. E i disabili così sono rimasti fuori da quelle case». L’intervento di Zedda e la votazione a suo favore hanno chiuso la maratona dell’Aula.