PORTO. Il dragaggio dei fondali consentirebbe l'attracco delle navi da crociera
Preoccupa la stabilità della banchina: bloccata la gara
Che non tutto stesse filando liscio si è capito all'inizio di settembre, quando l'Autorità portuale ha prorogato i termini del bando per «rendere note le indagini geotecniche relative alle banchine Capitaneria, Ichnusa e Garau». Poi, qualche giorno fa, è arrivato un nuovo stop, questa volta più preoccupante: un rinvio «a data da definirsi» per «intervenute esigenze».
LO STOP Perché l'appalto per il dragaggio dei fondali di fronte al terminal crociere è stato bloccato? A preoccupare l'Authority sarebbe la stabilità del molo Ichnusa: i lavori porterebbero la profondità (attualmente tra i 6 metri e mezzo e gli otto) a dieci metri e venti. E questo rischierebbe di scoprire e indebolire le fondamenta della banchina. Ecco spiegato perché Piergiorgio Massidda, presidente dell'Autorità portuale da poche settimane, ha deciso di sospendere la gara d'appalto. «Voglio essere sicuro che la stabilità sia garantita, e per avere questa certezza è necessaria una relazione tecnica che verrà depositata tra qualche giorno», spiega.
LE PERPLESSITÀ In realtà una relazione esiste ed è già agli atti. Nel documento sono stati riportati i risultati dei carotaggi e non si sarebbe evidenziato nessun pericolo. Ma da più parti, anche all'interno della stessa Authority, sarebbero state espresse perplessità sul progetto, che Massidda ha raccolto fermando tutto: «Voglio avere la sicurezza che il dragaggio possa essere portato a termine senza problemi, non si può aprire il cantiere per poi doverlo bloccare in corso d'opera».
MICROPALI La nuova relazione chiarirà se per portare il fondale a 10 metri e venti sarà necessario rinforzare il molo Ichnusa con dei micropali. Un'operazione che potrebbe però far lievitare i costi dell'appalto, che per ora ha una base d'asta di 2,7 milioni di euro.
IL TERMINAL Massidda non vuole perdere tempo: «Dopo che risolveremo questo problema sveltiremo anche le procedure del bando per la gestione del terminal crociere. Far attraccare le navi al molo Ichnusa e ricevere i croceristi in quella struttura è importantissimo per migliorare la qualità dell'accoglienza e incrementare il traffico delle navi». Intanto, dopo la compagnia Costa, anche un'altra società potrebbe annunciare la scelta del porto di Cagliari come base per le partenze. Si parla della Msc - ma in via Riva di Ponente, sede dell'Authority, nessuno conferma -, che qualche settimana fa ha attraccato in città durante un viaggio di trasferimento.
Michele Ruffi
Il dubbio
Ma un fondo
di 10 metri
potrebbe
non bastare
Fino ad ora è stato una delle incompiute più ingombranti nella storia di Cagliari: per il terminal crociere, tolto dal cellophane nell'aprile del 2008, l'Autorità portuale spese 5 milioni di euro. Una grande struttura per accogliere i turisti stranieri, appena scesi da navi con un pescaggio di 8 o addirittura 9 metri. Peccato che il fondale di fronte al molo Ichnusa in alcuni punti sia addirittura di sei metri e mezzo. Otto al massimo. Troppo pochi. Quindi, qualche mese dopo l'inaugurazione del terminal, l'Autorità portuale diede il via alle procedure per il dragaggio fino a 10 metri, «quota che consente con tranquillità l'attracco di navi con pescaggio fino a 8.50 metri», come veniva specificato nella relazione illustrativa del primo progetto. Ma le navi della Royal Caribbean hanno un pescaggio di 8.80 metri. Cioè trenta centimetri in più. Ecco perché ora all'opera di dragaggio è stato aggiunto mezzo metro. Ma un fondale di dieci metri e mezzo potrebbe essere un ostacolo tra qualche anno, visto che il futuro è orientato verso navi sempre più grandi. Forse è anche per questo che il presidente dell'Autorità portuale Piergiorgio Massidda ha bloccato il bando. Anche se il senatore non ha intenzione di perdere tempo, e lo ha dimostrato con la verve e il ritmo col quale ha cominciato a lavorare negli uffici di via Riva di Ponente. Dove gli hanno già affibbiato un soprannome: Tornado . ( m.r. )