Via Campeda
Una piscina, una campo da calcetto e una piazza, dovevano formare l’oasi di via Campeda, a San Michele, poi il progetto si era trasformato in una sola piscina da 25 metri, con spazi verdi e parcheggi. Ma di quell’idea, di quell’oasi, è rimasto solo un miraggio, un’incompiuta che gli abitanti della zona sono stanchi di attendere. IL PROBLEMA Proprio per affrontare la questione della piscina “abbandonata” e quella di tutte le altre strutture pubbliche ancora da ultimare, non solo nella zona, i residenti di via Campeda hanno chiesto e ottenuto un incontro con la consigliera regionale Claudia Zuncheddu. La prima questione affrontata è stata proprio quella della realizzazione della piscina che ha radici lontane. Già nel 2004, infatti, si decise di realizzare il centro sportivo nello sterrato compreso tra le vie Abruzzi, Campeda e Mandrolisai. Un’area abbastanza ampia dove l’amministrazione comunale avrebbe voluto inserire, oltre alla piscina, anche un campo di calcetto e una piazza. Un centro sportivo di tutto rispetto, quindi, ma i soldi a disposizione, tuttavia, non furono sufficienti e così il progetto si trasformò prevedendo solo una piscina da 25 metri, alcuni spazi verdi e un centinaio di parcheggi. La struttura non sarebbe stata un vero e proprio centro polivalente ma avrebbe coperto comunque un vuoto di servizi più volte denunciato dai cittadini e dalle circoscrizioni. Ma una buona parte del progetto è rimasta solo sulla carta, visto che la piscina non è stata ultimata e i lavori si interrompono regolarmente e senza apparenti motivazioni. «Voglio vederci chiaro –ha sottolineato la consigliera Zuncheddu - voglio appurare che sia tutto in regola sul fronte delle gare d’appalto della piscina comunale e per sapere come mai tutto è stato mollato così». Difficile, anche, la situazione delle struttire scolastiche nella zona. «È un quartiere completamente abbandonato – ha commentato la Zuncheddu - dove bisognerebbe intervenire partendo dal “mattone ”. La prima cosa da fare è mettere mano all’edilizia pubblica, soprattutto per mobilitare l’economia del rione». Secondo la consigliera indipendentista alla base di tutto c’è un grosso problema di controlli che deve essere effettuato quando si affidano dei lavori pubblici. «Mi auguro che con il giovane sindaco ci si avvii verso una nuova filosofia – ha detto ancora la consigliera regionale - completamente diversa a quella della vecchia amministrazione e che si portino a compimento realmente i lavori per restituire la dignità agli abitanti del quartiere». Emanuele Piga