COMUNE. UN MILIONE DI METRI CUBI NEGLI ULTIMI 5 ANNI
Negli ultimi anni di governo di centrodestra sono stati approvati progetti per oltreunmilione di metri cubi di cemento. Di fatto un quartiere in più, costituito quasi per interoda appartamenti da 5 mila euro al metro quadrato. Senza l’ombra di case popolari. E dopo l’edificazione delle vecchie aree industriali (cementeria di Santa Gilla e aree industriali di via Posada e via San Paolo già trasformate, in arrivo Tuvixeddu e l’ex semoleria di viale La Playa) approvate nel corso del primo mandato, Floris nel secondo ha messo mano sugli spazi verdi cittadini con la politica delle Bs3*. Da Pirri a Genneruxi, da Bonaria a Mulinu Becciu, le zone destinate dal Puc a servizi per i rioni sono diventate ghiotte lottizzazioni per gli immobiliaristi e i costruttori cittadini.Ela città ha dovuto dire addio a oltre 50milametri quadrati di servizi. Una ventina le BS3 asteriscate approvate in questi anni. L’impresa Puddu ha mandato in porto il piano attuativo tra viale Poetto e via S’Arrulloni (una superficie complessiva di 6 mila 767 mq. Dove sono stati realizzati plazzi per 19 mila e 701 mc) e quella tra via Peretti e via Dessì Deliperi (8.803 mq. Dove sono stati tirati su edifici per26mila409mc).Hasollevato polemiche il piano attuativo di via Asti (un comitato contro l’intervento edilizio) edi via Milano, dove il rione è sceso in piazza per conservare lo spazio verde a pochi passi dalla Basilica di Bonaria. Sì anche al piano integrato “Oliveto” tra via Biasi e via Chiabrera (53 mila metri cubi, tra i costruttori Bruno Cadeddu e Bruno Tomassini Barbarossa), mentre è stato respinto “La residenza del parco” a Terramaini (oltre 127 mila mc.). Sono stati approvati i progetti del Fangario (viale Elmas) e Su Stangioni. Col contagocce le case popolari. Le ultime assegnazioni (34) tra via Malfidano e via Corsica. In futuro ci saranno 30 appartamenti in via Flumentepido (trasformazione di una scuola) e altri 30 tra viale Ciusa e via dei Valenzani ( lottizzazione della coop Cento). E’ soltanto mancata la volontà politica. Lo dimostrano alcuni casi emblematici. Nel 2005 il Comune rientra in possesso di un edificio in via Donizetti. L’immobile fu scelto “al fine di frenare l’emigrazione delle giovani coppie verso l’hinterland”. Il progettomirava a realizzare nella vecchia scuola 30 appartamenti di 80 mq. (costo 4 milioni e 755 mila euro: 2 milioni 866 mila di contributo regionale e 1 milione 888 mila da coprire con canoni di locazione da incassare dagli assegnatari). Per partire con i lavori serviva la variante urbanistica. Il consiglio si espresse favorevolmente il 1 febbraio 2006. Serviva la variante, sbloccata solo nel settembre 2009. Ma nel gennaio 2010 la pratica si arena in consiglio comunale. C’è poi la storia, definita dalla Corte dei conti “intricata e oscura”, degli alloggi in via Abruzzi, via Eleonora d’Arborea e via Tuveri. Unfinanziamento regionale del 2004 di 7 milioni e 800 mila euro da destinare all’edilizia a canone sociale. Il Comune decise di convertire all’edilizia pubblica immobili comunali: in via Abruzzi, via Eleonora d’Arborea e via Tuveri. Ma si cambiò idea: “nessuno tocchi le scuole”, urlano gli schieramenti. Rimasero solo i fondi per le case popolari al postodelle scuole, masolo in via Abruzzi. Intanto la Regione stralcia dal finanziamento 2 milioni non per la realizzazione di alloggi nuovi (finalità dello stanziamento), ma per la ristrutturazione di case popolari nelle vie attorno a via Podgora e via dei Laghi Masuri. Negli ultimi 10 anni la città ha perso abitanti l ritmo di mille l’anno, quasi tutte giovani coppie