La commissione Urbanistica ha respinto “La residenza nel parco”: 130 mila metri cubi su 28 ettari tra Pirri e viale Marconi Dietro il no della maggioranza di centrosinistra lo stop al consumo del territorio e l’assenza di edilizia sociale nel progetto
Fermato il cemento di Floris. Stop in commissione Urbanistica alla mega lottizzazione “Residenza nel parco”. Ben 270 mila metri cubi tra palazzi e servizi in un’area di 28 ettari, in grado di insediare oltre 2 mila e 200 abitanti tra viale Marconi, via Newton e il canale di Terramaini: una delle ultime zone di espansione (assieme al Fangario e a Su Stangioni) della città. Madietro il no della commissione al grande intervento edilizio, che in parte insisteva sui terreni della famiglia Fantola, la volontà di frenare il consumo del territorio e l’assenza di edilizia sociale. La decisione era nell’aria e infine, ieri mattina, la votazione: con 6 contrari (in maggioranza) e4 astenuti (l’opposizione) la commissione Urbanistica ha espresso parere negativo delibera votata dalla Giunta Floris il 10 agosto 2010 per la “proposta di programma integrato” denominato “Residenza del parco”, sulla quale, in precedenza,nonsi erano espressi né la commissione Urbanistica né il consiglio comunale. Eil voto anticipa il probabile no dell’aula. Secondo la maggioranza è mancata una pianificazione strategica, che tenesse conto delle esigenze dell’area vasta. Il rischio, per il centrosinistra sarebbe stato quello di collegare un’area periferica cagliaritana ad altre aree periferiche dell’hinterland. «C’era poi l’aspetto, tutt’altro che secondario », evidenzia Andrea Scano, presidente della commissione Urbanistica, «della vera e propria proposta di modifica del Puc(piano urbanisticocomunale, ndr), che prevedeva l’aumento delle volumetrie consentite «a fronte di vantaggi per l’uso pubblico piuttosto limitati. Così, la commissione ha espresso parere negativo, «sia perché la proposta non è aderente al puc», aggiunge Scano, «sia perché la filosofia della nuova amministrazione Zedda è quella di limitare al massimo il consumo del territorio, concentrando invece gli sforzi nella riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente». Il tutto coerente con il programma della Giunta Zedda: meglio riqualificare ed abitare le tante case abbandonate del centro storico, piuttosto che costruire nuove lottizzazioni in aree ancora inedificate. «Inoltre», conclude, «esiste un’altra criticità riguardante l’edilizia sociale. La domanda di una casa a prezzi abbordabili per il ceto medio non trova risposte in questo piano». Tra i proprietari dell’area anche la famiglia Fantola. Ma non c’è stata alcuna polemica politica: si tratta di cugini del leader dei Riformatori, eredi della famiglia Marini. Mentre tra gli altri proprietari privati c’è la ditta Raimondo Cocco (quella del cantiere di Sant’Avendrace dove insistono le tombe romane), l’Istituto Suore di Carità e poi Regione e Comune. Il progetto urbanistico, che ha tenuto presente il vincolo di inedificabilità fino a 120 metri dalla spondadel canale di Terramaini, prevede dodici comparti edificatori residenziali per un totale di 145 mila e 113 metri cubi. Duedi questi comparti destinati all’edilizia sovvenzionata (circa 30 mila mc), con l’altezza non superava i dodici metri (non più di quattro piani fuori terra). Mentre i servizi connessi con la residenza sono stati sistemati in due zone: una centrale rispetto alle abitazioni, ed una verso la zona dedicata al verde attrezzato e all’impiantistica sportiva, sistemata in una fadi scia lungo il canale di Terramaini. Previstiunaclub house,campi polivalenti regolamentari e tre campi per lo squash che resteranno in proprietà ai privati che propongono l’intervento edilizio, mentre una superficie pari a 81 mila e 314 metri quadrati sarebbe stata ceduta all’amministrazione assieme ad altre strutture sportive:uncampo per il tiro con l’arco, uno da baseball ed uno da softball. Il programma proponeva anche progetti di carattere innovativo: ad esempio la realizzazione di un sistema di raccolta differenziata automatica di rifiuti urbani, sul modello di una tecnologia svedese. Il sistema prevede tre processi fondamentali: l’introduzione dei rifiuti, a qualsiasi ora del giorno, da parte degli utenti nei punti di conferimento (colonnine posizionate sul territorio) corrispondenti alle diverse frazioni di rifiuti. Poi il trasporto dei rifiuti grazie a un potente flusso d’aria, attraverso una conduttura sotterranea e che connette i punti di conferimento con la centrale di raccolta. Dalla ricezione dei rifiuti nella centrale di raccolta (posizionata in un’area baricentrica dell’insediamento edilizio), dove vengono immagazzinati in container chiusi ermeticamente, in attesa dell’ulteriore trasporto al luogo di trattamento finale. Secondoil piano, il privato avrebbe dovuto realizzare il progetto per poi cederlo all’amministrazione. Ma nemmeno l’innovazione sui rifiuti ha convinto il centrosinistra ad approvare il piano. Sul quale anche la commissione edilizia aveva espresso qualche perplessità. I commissari Francesco Deplano e Mario Pilleri hanno fatto mettere a verbale alcuni punti fermi: “l’intervento è dimensionato con tipologie edilizie e volumetrie in eccesso”, poi “la tipologia deve essere a ville mono- bifamiliari e max fuori terra duepiani”. Infine “non èammissibile alcun aumento di cubatura in quanto l'area è di valore ambientale e paesaggistico elevatissima”. Punti che hanno convinto il capogruppo Idv Giovanni Dore a votare no: «il piano proposto, quasi certamente subirebbe degli ulteriori blocchi delle competenti autorità paesaggistiche ed ambientali, causando così l’ennesimo susseguirsi di contenziosi estenuanti e costosi, tanto per le amministrazioni interessate, quanto per i privati richiedenti». E c’è poi il fatto che le modifiche al puc devono essere valutate, secondo l’esponente dipietrista, tenendo conto esclusivamente del beneficio che deve avere la città nel suo complesso ed i cittadini con riferimento ad una migliore vivibilità”. «In questo caso», evidenzia Dore, «i benefici proposti sono del tutto aleatori (un servizio di raccolta di rifiuti pneumatica del tutto slegato dalla attuale raccolta di rifiuti a livello cittadino, un area sportiva individuata in termini piuttosto generici, un area per edilizia sovvenzionata da realizzare a futura memoria e, con oneri e costi, da parte dei competenti enti pubblici), mentre», conclude, «sarebbe sicuro il carico urbanistico e sul traffico cittadino e dell’hinterland di un insediamento di circa 2 mila 200 “nuovi” abitanti in una zona che gravita attorno ad una delle arterie più trafficate d’Italia».