Ieri mattina a Cagliari per il festival Tuttestorie
Le strofe spiegate ai bambini
Comincia col raccontare una vecchia barzellettina in dialetto, Bruno Tognolini. Giusto per mettere a proprio agio i bambini del festival per ragazzi Tuttestorie (che si è chiuso ieri), posti di fronte a una domanda di ispirazione omerica: “O Musa, la poesia come si usa?”. E , sopratutto, a cosa serve? Serve a giocare con la lingua e i suoni. A svelare il senso delle parole, a dire cose che è difficile anche pensare, a sfogarsi, a calmarsi, a divertirsi, a fare pace o a dichiarare giuste guerre o furibondi amori: “Mare in burrasca, terra in tempesta /Se non mi ami ti spacco la testa”.
Tognolini recita con molta cadenza ed è anche il ritmo a conquistare gli astanti. Che si accendono e perdono ogni rigidità quando Chiara Carminati, autrice e irresistibile interprete, spiega che leggere versi fa muovere tutti i muscoli della bocca e che le strofe possono essere gustose e dense come una cucchiaiata di Nutella. Poi fa partire la musica per coinvolgere gli uditori nel “Ballo delle spalle” (spalle mosse, spalle scosse, spalle basse, spalle curve, spalle quadre… ).
Tutti si agitano sulle sedie, anche Bernard Griot, scrittore francese che si esprime benissimo in italiano e afferma che la poesia è anche silenzio. E ha natura generosa, perché amplia i limiti del lessico e può mischiare vocaboli sconosciuti, oppure affidarsi al rumore, per esempio, del verbo “chanter” e usarlo come contrappunto a dei versi che si concludono con un'ironica sentenza: “I muti hanno sempre ragione”.
L'incontro-laboratorio di ieri mattina si è rivelato così una sorta di ben orchestrato concerto. I tre protagonisti hanno dimostrato l'importanza dei toni della voce e della punteggiatura, hanno montato interi poemetti che hanno come soggetto la cioccolata calda o le fasi della vita dell'albicocca. Senza parere, hanno accennato alla fonetica e ai lirici greci, dimostrando quanto sia complicata la strada che conduce alla semplicità.
A interrogar la Musa sono state persone di grande talento e capacità comunicativa. Bernard Griot è stato responsabile del “Bureau du livre de jeunesse”. I suoi racconti sono indirizzati in prevalenza ai ragazzi che non leggono volentieri ed è questo uno dei temi conduttori degli spettacoli realizzati con Pascal Chenu, cantastorie svizzero. Vincitore del Premio Andersen nell'edizione 2009, ha pubblicato in Italia, con la casa editrice Il Castoro, “La mia famiglia e altri disastri”, “Ricette per racconti a testa in giù”, “Amanda e il cioccolato”, “La lavagna chiacchierona”.
Chiara Carminati, che è friulana e anche bellissima, è traduttrice e tiene corsi di letture ad alta voce nelle scuole e nelle biblioteche. Ha firmato, tra l'altro, “Rime per le mani”, “Venti parole di avventura”, e, per la collana 0/3 della Panini, “Storie Piccole” e “Lo zucchino d'oro”.
Bruno Tognolini è cagliaritano e vive a Bologna. Laureato al Dams in Comunicazione e Spettacolo con una tesi su “Lo spazio dei giochi”, ha in gioventù studiato Medicina e sostiene che l'anatomia sia “una palestra mirabile” per chi scrive. Ha lavorato in teatro coi maggiori registi contemporanei e ideato trasmissioni televisive di straordinario successo. Tra i molti titoli («dieci per bambini e due per tutti») uno in special modo sintetizza la sua visione della letteratura: “La sera che la sera non venne”.
Nella mattinata con i bambini Tognolini ha frugato soprattutto tra le immagini dell'ultimo libro, “Rime di rabbia”. E ha monopolizzato, anzi rapito, l'attenzione degli spettatori (non solo piccoli) miscelando riferimenti quotidiani, alla portata di tutti, con impennate liriche e addirittura filosofiche. Il suo registro, per un'idea dell'esistenza e dei rapporti con le persone che suggerisce una “buona” rabbia, l'ira come energia. Il pubblico lo capisce, e lo segue. Come ieri. Un successo.
Alessandra Menesini
Chiusura col sindaco Zedda. Appuntamenti a Posada e Mogoro
Segreti, desideri e la festa:
sipario sulla rassegna all'Exmà
“Vorrei una città più pulita dove poter andare con le biciclette”.
Acclamazione della folla all'Exmà di Cagliari, quando un bambino presenta pubblicamente la sua richiesta al primo cittadino Massimo Zedda. Un segreto? Un desiderio che si avvera se lo esprimi a voce alta durante i festeggiamenti conclusivi del festival di letteratura per ragazzi Tuttestorie. Come del resto, quello di un altro bimbo che non vuole più vedere siringhe vicino a scuola.
Stimolanti gli ospiti arrivati in Sardegna, a cominciare dagli illustratori e dagli scrittori. Poi i volontari, pronti a non dire mai no alla fatica. E i maestri, i professori e quei genitori che riempiono la propria casa di libri. Bella edizione, anche questa sesta, stavolta «allungata e allargata» ad altri comuni per il merito e la volontà della Cooperativa e libreria per ragazzi Tuttestorie (Cristina Fiori, Manuela Fiori e Claudia Urgu) con l'aiuto dei tanti che sanno quanto sia bello leggere, tra cui Bruno Tognolini, Vittoria Negro, appassionati e invisibili bibliotecari. Circa 270 appuntamenti in tutto, con la benedizione dello scrittore David Grossman, alla presidenza del festival intitolato “Non dirlo a nessuno”. Segreti, il tema scelto. Qualche volta si condividono. In altri casi no, perché “Il segreto dorme nel portale del nostro corpo”, si scopre in una delle tantissime confidenze arrivate all'Ufficio poetico del festival.
Ma qualche segreto si svela, sottovoce. Con vergogna o sghignazzando.
E così, tra i circa 400 piccoli partecipanti al cantiere di creazione infantile di Elena Morando e Alessandro Carboni, circa in 200 li hanno spifferati all'Albero sonoro nel Giardino segreto. Le parole sono i semi da portare a casa. Ancora oggi per Posada e Mogoro, dove si prosegue e si chiude domani. Per fortuna, un regalo: resta aperta sino al 16 ottobre la mostra “Il Diario segreto di Pollicino”, con le tavole dell'illustratrice francese Rébecca Dautremer nel riuscito allestimento curato del Teatro Lirico di Cagliari.
Manuela Vacca