Commento
Si scoprirà che Cagliari è una città vecchia (un quarto della popolazione ha oltre 65 anni), perché i giovani da trent'anni quando si rendono indipendenti vanno a vivere nell'hinterland. E è per questo che anche nel 2010 se ne sono andati più o meno in 500. Si scoprirà che siamo sempre di meno (a fine 2010 eravamo 156.863) e che saremmo ancora meno se non ci fossero gli immigrati, 5593 alla fine dell'anno scorso, con una prevalenza di filippini (1217). Scopriremo che a Cagliari nascono pochi bimbi, che solo 20 mila residenti hanno meno di 18 anni, che il saldo delle imprese è negativo.
Il censimento 2011, insomma, ufficializzerà ciò i cagliaritani informati sanno, anche grazie al buon lavoro dell'Ufficio statistiche del Comune. L'Istat lo fotograferà con maggiore dettaglio. Sarà il momento per fare il punto, per vedere che cosa siamo diventati e dirci, ancora una volta, che siamo una città piena di potenzialità non sfruttate. E per ricordare a chi ci amministra quanto c'è da fare. Ecco perché il censimento ha un valore statistico ma conseguenze politiche. (f.ma.)