La rabbia degli alunni che sfilano per le vie della città
BETTINA CAMEDDA
CAGLIARI. Gridano «ora i conti li fate con noi». Stanchi di scuole sporche e decadenti gli studenti medi hanno fatto sentire la loro voce lungo le vie principali di Cagliari. Ieri mattina dai tre ai quattrocento ragazzi e ragazze hanno preso parte al corteo organizzato dall’Unione degli studenti (Uds) e dal collettivo Avanguardia Studentesca. Una protesta che ha scaldato gli animi di oltre novanta città italiane. «È la lotta di una generazione che vuole riprendersi il futuro», fa sapere l’Uds in un comunicato. Licei e istituti uniti contro «le false riforme, le opere inutili, gli ingenti finanziamenti alle scuole private; contro i continui tagli allo stato sociale e una scuola vecchia di cent’anni». Vogliono contare. E lo fanno attraverso gli scritti di un sardo illustre. Messi da parte i versi di canzoni rock, pop o r&b, gli studenti scelgono Antonio Gramsci come leader di una generazione che scalpita. «Noi odiamo gli indifferenti» è scritto sul grande manifesto rosso in prima fila nel corteo che da piazza Garibaldi si è poi diretto in piazza del Carmine, passando per via Sonnino. Gli studenti non sono indifferenti: hanno deciso da quale parte stare. «Siamo esasperati. La crisi aumenta e le banche si permettono di porre l’agenda ai Governi che tagliano sempre su istruzione e sanità - denuncia Giacomo Dessì, coordinatore dell’Unione degli studenti e studente del liceo classico - non ce la facciamo più, non abbiamo scuole agibili, non abbiamo libri di testo in comodato d’uso». Numerosi sono gli istituti che lamentano la carenza di personale tecnico amministrativo (Ata): «Siamo la scuola più grande della Sardegna e abbiamo una sola bidella costretta a lavorare in tre piani - lamenta Sara Pibiri, rappresentante degli studenti dello Scano - noi abbiamo il diritto di studiare in una scuola pulita». Presenti anche gli studenti dell’istituto Eleonora d’Arborea: «I tagli hanno colpito anche noi e ci hanno tagliato i servizi e il personale - spiega Francesca Melis - nella nostra scuola non ci sono bagni agibili e le aule sono sporche. La scuola è un diritto non un’opzione».