Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«È vicino ai drammi della nostra società»

Fonte: La Nuova Sardegna
9 settembre 2008

MARTEDÌ, 09 SETTEMBRE 2008

Pagina 2 - Fatto del giorno

Il vescovo. Parla Tarcisio Pillolla







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CAGLIARI. «È stata una missione apostolica definibile grande e raccolta, due aggettivi in contrasto solo apparente». Tarcisio Pillolla, fino allo scorso anno vescovo del Sulcis, una delle aree più travagliate dai drammi sociali, domenica ha concelebrato la messa col Papa sul sagrato della basilica di Bonaria assieme ai presuli di tutta l’isola.
E ora, dalla sua casa di via Fratelli Falletti, a Cagliari, racconta le emozioni provate alla luce di esperienze che gli hanno consentito di partecipare alle visite dei predecessori di Ratzinger: Montini e Wojtyla.
Una lunga missione, la sua, al servizio della comunità, e non solo dei fedeli. Prima da giovane viceparroco a Sant’Avendrace e San Lucifero. Poi come docente di religione nelle scuole statali e di storia della filosofia in seminario. Dal 1958 al 1972 direttore di «Orientamenti», dal 1959 al 1964 Difensore del vincolo nel Tribunale ecclesiastico regionale. Dal 1986 vicario generale dell’arcidiocesi di Cagliari. Quindi, dal 1999, vescovo a Iglesias. Secondo un giudizio unanime esteso ai laici, i tratti della cortesia, dell’accoglienza, dell’ascolto hanno scandito tutto il suo ministero.
- Lei, monsignore, ha sempre considerato centrali temi come il diritto al lavoro e i valori della famiglia, temi domenica toccati dal Papa nei suoi discorsi.
«Il Santo Padre conosce bene i problemi della nostra terra. Così come li conosceva Giovanni Paolo II, che non a caso visitò le miniere e venne nel Sulcis Iglesiente durante il suo viaggio del 1985. Certo, ogni persona è una parola di Dio che non si ripete. Dunque, qualsiasi pontefice è diverso dagli altri. Ma di sicuro esiste una linea di continuità nella diagnosi di queste realtà sociali: è fondata sulla massima attenzione nei confronti delle persone che soffrono».
- Intanto la disoccupazione resta preoccupante...
«Nonostante gli sforzi della Chiesa è così: purtroppo in tante regioni dell’isola la povertà diventa più grave».
- Perché tanti ragazzi cattolici dell’isola sono così vicini a Benedetto XVI?
«Contrariamente a ciò che si legge spesso, il Papa ha una grande carica di passione: i giovani se ne rendono conto e perciò lo amano e lo considerano un punto di riferimento fondamentale. Domenica pomeriggio ne abbiamo avuto l’ennesima conferma: caldo opprimente, giornata di festa, eppure i ragazzi sono accorsi a migliaia da tutta l’isola».
- È un aspetto che ha contribuito a rilanciare il culto della Madonna?
«Gesù è nato dalla Vergine, una donna umile e semplice. Il Sommo Pontefice è molto devoto a Maria, regina celeste, uno dei simboli del cristianesimo. E dunque la sua visita è senza dubbio servita a valorizzare il culto di Nostra Signora di Bonaria. A lei ci si affida soprattutto quando tutti noi, marinai della vita, c’infrangiamo sugli scogli dell’esistenza». (pgp)