TEATRO LIRICO
Puccini considerava Madama Butterfly la sua opera meglio riuscita. E non a caso trascorsero sei anni prima di mettere mano a un nuovo progetto: sarà “La Fanciulla del West”, nel 1910. Un lungo silenzio fatto di riflessioni profonde sul proprio stile, alla luce delle novità che provenivano dal modernismo europeo e che anche in Italia iniziavano a mostrare i primi frutti attraverso il rumoroso attivismo dei futuristi e l’affacciarsi sulla scena della cosiddetta “ge n e razione dell’Ottanta” dei Casella, Respighi, Pizzetti e Malipiero. A Cagliari la straziante storia della piccola geisha Cio-Cio-San arriva proprio al culmine di quel periodo di ripensamenti e ricognizioni alla ricerca di nuovi soggetti, appena quindici giorni dopo la prima assoluta della “Fanciulla del West”, avvenuta al Metropolitan di New York la sera di sabato 10 dicembre 1910. Mentre Puccini raccoglie il suo trionfo americano, il 25 dicembre al Teatro Civico di via Università va in scena la prima Butterfly cagliaritana con il soprano Rina Brusi, il tenore Vittorio Salbego e il baritono Agostino Oliva nei ruoli principali. Seguiranno negli anni a venire altre diciotto rappresentazioni, compresa quella a cui il pubblico cagliaritano potrà assistere domani alle 20.30 al Lirico e per altre cinque repliche, fino al matinée di domenica 16 ottobre.
LA NOVITÀ DELL’ALLSTIMENTO L’allestimento, una novità per l’Italia, è firmato dal regista polacco Mariusz Trelinski per il “Teatr Wielki-Opera Narodowa”, come viene chiamato in Polonia il Teatro Grande di Varsavia. Uno spettacolo nato nel 1999 che ha varcato presto i confini del paese d’origine: nel 2001 ha diviso pubblico e critica all’Opera di Washington, mentre tre anni fa a Tel Aviv ha riscosso un vivo successo. Trelinski, cinquantenne, nasce regista cinematografico e il suo approccio al melodramma non poteva non risentirne: attraverso rapidi, a volte incalzanti cambi di scena sembra suggerire il fluire delle immagini filmiche. La sua lettura di Butterfly, pur nel rispetto del dettato sonoro pucciniano, rinuncia volentieri ai cliché dell’esotismo di maniera per proporre una raffigurazione del Giappone più vicina alla contemporaneità, stilizzando le figure dei personaggi con il ricorso a una scena spoglia e abitata da oggetti simbolici, irradiati di luci livide, in una predominanza del rosso e del nero a richiamare quel sottile senso di morte che percorre l’opera fin dall’inizio, anche nelle minime inflessioni di gioia e sensualità che caratterizzano il primo atto. Collaborano con Trelinski lo scenografo Boris Kudlicka, i costumisti Magdalena Teslawska e Pawel Grabarczyk, il coreografo Emil Wesolowski e il tecnico delle luci Tomasz Mierzwa. Il cast dei cantanti propone giovani voci in cerca di affermazione: nel ruolo di Butterfly si alterneranno Irina Bertman e Mina Yamazaki; in quello dell’ufficiale di marina statunitense Pinkerton saranno Sergei Semishkur e Khachatur Badalyan ad avvicendarsi nelle sei recite previste; il console americano Sharpless sarà impersonato da Sergio Bologna e Francesco Landolfi, mentre la servente di Cio-cio-san, Suzuki, avrà la voce mezzosopranile di Clara Calanna e Junhua Hao. Dirigerà l’Orchestra e il Coro del Teatro Lirico il bulgaro Julian Kovatchev, coadiuvato dal maestro del coro Fulvio Fogliazza. L’ultima rappresentazione cagliaritana di Madama Butterfly risale al marzo di nove anni fa. Un’opera oggi molto amata dal pubblico ma che all’epoca di Puccini presentava diversi elementi di novità: non a caso la prima alla Scala, il 17 febbraio 1904, fu un solenne fiasco, riscattato da una ripresa di segno opposto al Teatro Grande di Brescia tre mesi più tardi, in un trionfo di applausi. Nell’inter - vallo tra le due esecuzioni, Puccini mise mano alla partitura. Un alacre lavorio che proseguì fino alla versione definitiva presentata a Parigi, sul palco dell’Opéra-Comique, il 28 dicembre 1906: quella che ancora oggi appassiona i melomani. E che segna uno spartiacque decisivo nella produzione di Puccini, teso verso la modernità. Bruno Ghiglieri