Il Ctm dirama un bando per 30 posti e scoppia la polemica: la maggioranza di centrosinistra del Comune attacca l’azienda, che favorirebbe assunzioni mirate, mentre il vertice della società sostiene di puntare alla sicurezza. Il nodo cruciale che ha portato dieci consiglieri guidati da Davide Carta (Pd) a presentare un’interroga - zione urgente al sindaco e a tutta la giunta è che il bando vincola le domande a chi ha una «esperienza nella posizione, di almeno 100 giornate anche non continuative, a partire dal primo gennaio 2009 sino alla data di scadenza del bando». Il bando getta però ombre sulla trasparenza del concorso, come spiega Davide Carta: «Il dubbio è che così si andrebbe a privilegiare i lavoratori delle agenzie interinali, visto che l’azienda vi ricorre da due anni e mezzo, che accederebbero a questa posizione senza alcuna valutazione di merito». Sarebbero quindi tagliati fuori gli autisti che invece hanno un’esperienza inferiore: «Ed è proprio quello cui puntiamo», ribadisce Ezio Castagna, presidente del Ctm, “« Noi dobbiamo affidare l’incolumità di 80 persone a una persona che deve essere il più qualificata possibile». La commissione Personale però vuole perseverare la trasparenza senza il venir meno della sicurezza: «Basterebbe che le 100 giornate maturate in passato non siano vincolanti per presentare la domanda, ma costituiscano un elemento in più di valutazione», ha ribadito Carta. Quel che può verificarsi è l’assunzione di persone che hanno maturato esperienza ma non sono mai state valutate: «Si rischia di andare incontro ad assunzioni ad hoc, frutto di lavori temporanei passati», è il sospetto di Carta e di tutta la maggioranza. Che invece ha un obiettivo dichiarato: «Vigilare su tutte le società partecipate e perseguire criteri di esperienza e meritocrazia», ha spiegato Carta, «In questo caso il bando del Ctm pubblicato lo scorso 23 settembre ci ha portato a chiedere spiegazioni immediate». Secca la risposta di Castagna: «I curricula che ci sono pervenuti da Bologna, Milano e Palermo smentiscono queste insinuazioni». Lazzaro Cadelano