Potrebbe arrivare il mese prossimo la decisione del Tar sui terreni contesi tra Cacip e Autorità portuale. Ieri si è celebrata l'ultima udienza, quella dedicata alla discussione nel merito, davanti ai giudici del tribunale amministrativo che ora dovranno decidere a chi assegnare i terreni della zona del proto che fanno gola a tanti. Il ricorso è stato presentato dal consorzio industriale, rappresentato dall'avvocato Costantino Murgia, dopo che - con l'ultima delimitazione fatta dalla capitaneria nel 2010 - sono stati “scippati ” all'ex Casic oltre 300 ettari destinati allo sviluppo del porto.
Zone che, stando a quanto sostenuto dai ricorrenti, non sono mai state demaniali. La vicenda è stata anche oggetto di un esposto presentato in procura da Emanuele Sanna, presidente del Cacip. Ma quello del consorzio industriale non è l'unico ricorso presentato contro l'ultima e per molti inaspettata, delimitazione demaniale. Anche alcuni imprenditori si trovano nelle stesse condizioni, schiacciati dalla macchina burocratica, nonostante dei regolari contratti d'acquisto.
Sono quattro le aziende che dopo aver comprato dei terreni e iniziato i primi lavori per costruire strutture e impianti, hanno visto andar e in fumo i loro investimenti milionari perchè i loro ettari vicini al porto sono finiti nella nuova perimetrizzazione e dunque considerati demaniali. Il risultato è che ora in quella zona campeggia lo scheletro di un capannone che non può essere ultimato, investimenti fermi, posti di lavoro a rischio e l'intera zona bloccata. Chi, hanno più volte sottolineato gli imprenditori, verrà a investire nella zona del porto sapendo che c'è una contesa giudiziaria aperta. La vicenda ,ha provocato lo sconcerto degli imprenditori che hanno visto sfumare i loro investimenti. M.B.