Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Palazzo vincolato» Scambio impossibile tra Regione e Cocco

Fonte: L'Unione Sarda
9 settembre 2008

Tuvixeddu. Liori (An)


«Il palazzo di via Dante 105 che la Regione intende dare in permuta in cambio l'area su cui sorge la costruzione avviata dalla Cocco costruzioni, in viale Sant'Avendrace, fa parte di un lascito della famiglia Asquer risalente a molti anni fa. Ed ha una destinazione d'uso ben precisa, servizi pubblici, ed è quindi di fatto inalienabile».
C'è un giallo attorno all'intesa raggiunta cinque giorni fa tra la Regione e l'impresa che stava realizzando un palazzo davanti a una necropoli fenicio-punica sul versante santavendracino di Tuvixeddu. A sollevarlo è il consigliere regionale di An Antonello Liori, in una interrogazione indirizzata al presidente della Regione Renato Soru ed all'assessore agli Enti locali Massimo Dadea.
Secondo l'esponente del centrodestra «se così fosse non si capisce come la costruzione in oggetto possa entrare a far parte di uno scambio di proprietà da parte della Regione e l'impresa Cocco con le aree bloccate a Tuvixeddu (lato Sant'Avendrace) nelle more del contenzioso aperto su Tuvixeddu e Tuvumannu. Il problema», dice, «sarebbe grave e di fatto si rifletterebbe sull'intera questione dei vincoli sul colle di Tuvixeddu e i provvedimenti emanati dal Tar e dal Consiglio di Stato sui lavori in corso. Senza questi chiarimenti - osserva Liori - l'accordo Regione-impresa Cocco non può essere formalizzato: occorre un sereno dibattito in aula prima di arrivare a provvedimenti irrevocabili».
La questione è stata sollevata all'indomani alla vigilia della riunione del Comitato di vigilanza sull'Accordo di programma di Tuvixeddu-Tuvumannu, convocata per domani dal sindaco Emilio Floris.
Un'altra storia rispetto al caso-Cocco, perché qui si parla di nuovi vincoli in un'area già vincolata e oggetto di un atto giuridicamente vincolante per le parti siglato al termine una lunga querelle giudiziaria che aveva visto contrapporsi nelle aule dei tribunali civili il Comune e i privati proprietari di terreni illegittimamente espropriati. I giudici avevano condannato il Comune a risarcire ai privati 40 miliardi di euro, poi c'era stata una transazione dei cui costi si era fatta carico Coimpresa. Che, in cambio del via libera a costruire ville e palazzine sul versante di via Is Maglias, si è impegnata a realizzare un parco di 20 ettari a tutela dell'area archeologica.

09/09/2008