timana della Grafica
Una batteria di bottigliette rosse, sotto il cartellone pubblicitario del Bitter Campari ideato nel 1928 da Primo Sinòpico. Si apre con una bella installazione al piano terra del Civico di Cagliari, la mostra - organizzata dall'AIAP nell'ambito della Settimana della Grafica - che fino a domani rende omaggio a un grande illustratore, limpidissimo talento che lavorò per le più grandi aziende nazionali. Non ci fu prodotto che non venisse filtrato dal segno sintetico e narrativo di un autore che scelse uno pseudonimo eloquente, ricavato da una parola greca: synopsis, sguardo d'insieme o anche, secondo altre interpretazioni, riga dritta.
Raoul Chareun, questo il suo nome, era nato a Cagliari, nel 1889, da un avvocato e da una nobile di Villasor. Nel 1909, quando la famiglia si trasferì a Padova, si iscrisse alla facoltà d'Ingegneria ma poco la frequentò perché passava il suo tempo al Caffè Pedrocchi. Tra uno spritz e l'altro cominciò a collaborare con le testate satiriche locali, “Il Pedrocchino” e “Gattamelà”. Nel suo primo album, “Eterno femminino”, disegnò le caricature di 26 dame dell'alta borghesia veneta. In un altro caffè, il Cova di Milano, conobbe qualche anno dopo Umberto Notari che gli commissionò, per l'Istituto Editoriale Italiano, 56 tavole sul tema dei settori di produzione industriale e agricola. Un solo colore, massimo due, sul bianco e nero, omini lillipuziani, un dinamismo danzante, soluzioni tra il tecnico e il fiabesco, caratterizzano lo stile di un autore descritto da Giuliana Altea, in catalogo, come «una figura dal profilo eterodosso, il cui percorso è stato solitario, per quanto saltuariamente condotto in tangenza con esperienze di gruppo, prima fra tutte l'adesione nel 1926, al gruppo Novecento».
Amico di Giuseppe Biasi, Sinòpico piacque a Margherita Scarfatti e Vittorio Pica e si inserì con successo nell'ambiente culturale dell'epoca. Partecipò alla rassegna dell'Arte decorativa di Monza, alla Permanente di Milano, a parecchie Biennali di Venezia. Disegnò “Le crociate illustrate”, “Le avventure di Pinocchio”, “Il Corriere dei Piccoli”, “Il Giornalino della Domenica”, copertine di libri, locandine teatrali, ogni sorta di reclame. Nella selezione curata da Alessandro Cortes, una serie di pannelli riproduce su stampe ingrandite marchi antichi come i Proiettori Orso, le biciclette della Ditta Figli di Silvio Santini, il Cinghificio ing. Mario Cattaneo. Cerchi, linee verticali, geometrie, tratti talvolta tremolanti definiscono, per esempio, un albero della cuccagna coi burattini appesi o minuscoli ballerini che danzano al suono di una fisarmonica. Il linguaggio efficace e poetico di Sinòpico convive al Civico con le sperimentazioni di Carolina Melis, videomaker cagliaritana che ha studiato alla St. Martin di Londra. Tappeti, filmati, frames raccontano di una formazione internazionale che guarda al nostro patrimonio e alla sapienza delle tessitrici.