L'UDIENZA. Ieri la discussione, la sentenza sarà depositata fra due mesi
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Davanti ai giudici del Tar la discussione è durata meno di un'ora e ognuno ha ribadito la propria posizione. Il Cacip (ex Casic), con l'avvocato Costantino Murgia, ha contestato la nuova delimitazione delle aree demaniali del porto; il Comune di Cagliari e la Regione, con gli avvocati Pietro Corda e Mattia Pani, hanno rimandato alle alle carte che sostengono il piano regolatore portuale; la Capitaneria di porto, il Demanio, l'Autorità portuale, il Provveditorato alle opere pubbliche, con l'avvocato dello Stato Annamaria Bonomo, hanno addirittura messo in discussione l'esistenza del Cacip; quattro imprenditori, di fatto espropriati, si sono schierati col Cacip per difendere gli investimenti effettuati sui terreni contesi.
Alla fine il collegio presieduto da Aldo Ravalli ha dichiarato chiusa l'udienza: entro 60 giorni i giudici amministrativi depositeranno la sentenza in cancelleria.
La vicenda, sulla quale stanno indagando la Procura della Repubblica (usurpazione di potere, abuso d'ufficio e falso contro ignoti) e la Corte dei conti (danno erariale), è quella legata alla nuova delimitazione delle aree demaniali nella zona nella zona portuale. Alcuni imprenditori, di fatto espropriati, e il Cacip, che aveva concesso i terreni ai privati, si sono rivolti al Tar: insieme all'annullamento di quel provvedimento chiedono alle amministrazioni pubbliche un risarcimento danni pari a 160 milioni di euro. Ma, attraverso l'avvocatura dello Stato, Capitaneria e Demanio hanno presentato un ricorso incidentale: il Cacip sarebbe un consorzio fantasma, senza alcuna legittimazione a sostenere una causa davanti al Tribunale amministrativo perché nessuno dei comuni soci del consorzio ha mai deliberato la partecipazione al nuovo ente.