Il PROGRAMMA. L’OBIETTIVO DEL PRIMO CITTADINO
Piano di dismissione in due anni.Èl’obiettivo del primo cittadino Massimo Zedda, che nelle dichiarazioni programmatiche di martedì scorso ha ribadito uno dei suoi cardini della campagna elettorale: risparmiare soldi pubblici, mettendo a frutto il patrimonio comunale. «I prossimi cinque anni», ha dichiarato all’aula la settimana scorsa il primo cittadino, «saranno caratterizzati dall'eliminazione di tutte le locazioni passive, dal trasferimento e dalla concentrazione di tutti gli uffici comunali all’interno di stabili di proprietà del Comune. Fin dai prossimi dodici mesi », ha aggiunto, «la spesa per le locazioni, oggi ben superiore al milione di euro, sarà ridotta di quasi il 50 per cento, per essere azzerata nei successivi 12 mesi». E quando parla di due anni si riferisce, spiegano fonti del Comune, al tempo necessario per chiudere i contratti con palazzo Doglio e l’ufficio di collocamento di via Calamattia. Proprio per palazzo Doglio, nel contratto c’è una clausola che, secondo alcuni, aprirebbe la strada ad un’eventuale revoca: «la possibilità per il conduttore (in questo caso il Comune, ndr) di recedere dal contratto in qualsiasi momento dandone avvio al locatore, mediante lettera raccomandata, almeno 6 mesi prima della data in cui il recesso deve avere esecuzione». E dove saranno sistemati gli uffici che attualmente vengono ospitati in locali privati. Per ora ci sono soltanto ipotesi. L’amministrazione guarda al nuovo edificio di via Sauro, dove c’è ancora un piano disabitato e all’ex Vetreria di Pirri: anche qui sono tanti i locali a disposizione. C’è poi l’annunciato piano di recupero di tanti immobili di pregio di proprietà di palazzo Bacaredda che potrebbero tornare utili anche in chiave di risparmio degli affitti. C’è l’ex palazzo Inail (noto palazzo Caide) tra piazza del Carmine e via Sassari, o palazzo Accardo tra il largo Carlo Felicee via Crispi. Per questi due storici immobili il Comune ha avviato le operazioni di recupero delle facciate. C’è poi il “Castello Sorcesco”, come viene nominato per la popolosa colonia di ratti che lo abita da tempo, il rudere abbandonato tra il corso Vittorio Emanuele II e via Maddalena.Einfine villa Giua, tra via Vittorio Veneto e via Gorizia. Si tratta, ha spiegato Zedda nelle dichiarazioni programmatiche di «gioielli architettonici di proprietà comunale, oggi in stato di abbandono e fatiscenzamache nel prossimo quinquennio potranno essere recuperati e destinati al pubblico utilizzo». (en.ne.)