A fronte di un vasto patrimonio pubblico fatiscente e inutilizzato, via Roma spende fior di quattrini in locazioni Soldi a imprese private, parrocchie e ordini religiosi. Ma, anche per i funzionari, la spesa complessiva resta un mistero
Pazienza per tutti gli immobili di proprietà sfitti e inutilizzati. Per trovare una sistemazione ai propri uffici il Comune paga di tasca sua, sborsando la cifra di oltre un milione di euro l’anno: un milione e 120 mila euro, per l’esattezza. E forse non è nemmeno tutto. Alti funzionari di palazzo Bacaredda sbottano: «Non è possibile nemmeno quantificarli esattamente ». Proprio come accade con i debiti fuori bilancio. Insomma,a tre mesi dall’insediamento i «conigli dal cilindro », come ha definito il sindacoMassimo Zedda nelle dichiarazioni programmatiche le stranezze della Giunta Floris, continuano a saltare fuori. Centinaia di migliaia di euro ogni anno: uno spreco al quale l’amministrazione Zedda ha deciso di porre fine, mandando avanti un piano di dismissione di “locazioni passive”, che dovrebbe arrivare rapidamente alla conclusione. L’amministrazione sta terminando l’elenco, partendo dagli immobili che maggiormente pesano sul bilancio comunale: e cioè l’ufficio di collocamento di via Calamattia e palazzo Doglio, di vico Logudoro, il più caro in assoluto. Nello stabile, che ha ospitato il quartier generale del Pdl in occasione delle regionali del 2009, il Comune ha sistemato, dal 2009, gli uffici dell’Urp, il servizio Cantieri, quelli del Verde pubblico e del Decentramento, e poi gli uffici del Patrimonio, Statistica, Appalti e l’Avvocatura comunale. L’affitto sale a 537, 914 annuali più lo spazio per archivi che costa a 82 mila 577 euro l’anno: denaro che va alla S.A.L. & C. Immobiliare, proprietaria dello stabile. Una cifra, neanche tanto alta per il mercato attuale, ma che l’amministrazione potrebbe risparmiare agevolmente se solo decidesse di cercare una soluzione alternativa tra le disponibilità del Patrimonio. Palazzo Doglio, che ospita anchebanche eunufficio postale, è finito alla ribalta delle cronache nazionali, quando Sergio Porcedda, tra i soci proprietari, ed ex presidente del Bologna calcio, cercava fondi per rimpinguare le casse della squadra emiliana, proprio vendendo l’immobile di via Logudoro. Un altro affitto che incide sul bilancio comunale è quello dell’Ufficio circoscrizionale del Lavoro (l’ufficio di collocamento) di via Calamattia 12. La proprietà della struttura è della ditta I.E.S., ma il Comune la mantiene in locazione dall’aprile del 1997: il canone mensile ammontaa 15 mila 184, 59 euro mensili (186 mila euro annui). Sempre in via Calamattia il Comune paga per l’archivio della Pretura circondariale. E questo perché unalegge del 1941 obbliga i comuni sostenere le spese necessarie per i locali destinati agli uffici giudiziari. Spetta poi al ministero di Grazia e Giustizia, in concerto con quelli del Tesoro e dell’Interno, stabilire uncontributoannuoper risarcire le spese ai comuni. Intanto via Roma spende altri 38 mila euro per l’archivio della Pretura in via Calamattia. Palazzo Doglio e l’ufficio del Lavoro sono i principali. Ci sono poi i tanti immobili sparsi in città per i quali l’amministrazione paga l’affitto a privati. Non è certo di proprietà pubblica anche il “Centro di aggregazionesociale” di via Molise, al numero civico 40, che appartiene invece agli Eredi Pazzola, ai quali palazzo Bacaredda versa annualmente 26 mila euro per l’utilizzo dell’immobile dal settembre del 1993.Oppure gli appartamenti di via Sonnino 177, di proprietà degli eredi Sergio Serra. Il Comune paga l’affitto (mille e 84, 99 euro mensili, 14 mila euro l’anno) dal 17 maggio 1996, per locali adibiti a “Casa Famiglia per sofferenti mentali”. In via Sonnino l’amministrazione ha trovato spazio anche per le associazioni “I Sardi” (due stanze, «al fine di svolgere attività di sostegno per gli immigrati », con utenza telefonica e consumi a carico dell’amministrazione.) e “Famiglie per l’accoglienza Sardegna” (una stanza, «per proseguire la diffusione della cultura dell’accoglienza, e favorire la condivisione e la solidarietà tra le famiglie accoglienti, secondo la programmazione comunale», con spese condominiali e consumi energetici a carico dell’amministrazione.) Ci sono poi le scuole prese in affitto da palazzo Bacaredda: nel piano di dismissione per le scuole ci sarà una riflessione particolare. Ma intanto via Roma continua a pagare affitti: in questo caso agli ordini religiosi e alle parrocchie. Come quelli per la scuola media del Borgo Sant’Elia in via dei Musicisti. L’edificio risulta di proprietà della parrocchia di Sant’Elia che dall’8 settembre 1989 riceve dall’amministrazione mille e 779, 39 euro mensili. E che dire poi della convenzione, che va avanti da dieci anni e rinnovata appena un mese fa dall’attuale amministrazione,con la congregazione delle Figlie della carità di San Vincenzo de’ Paoli: 72 mila euro per le aule scolastiche. Il tutto per le lungaggini relative ai lavori di ristrutturazione (causa i gravi problemi strutturali) della scuola Riva di piazza Garibaldi. Gli interventi, tutt'ora in corso, ostacolano la frequenza delle attività didattiche per cinque classi primarie e la sezione di scuola dell’Infanzia della scuola “Santa Caterina” nell'istituto Riva. Così, per garantire anche per l’anno scolastico 2011/2012 la continuità del servizio, il Comune continua a pagare le aule della Scuola dell’Infanzia e Primaria dell'Istituto “Sacro Cuore” di via Macomer 29, ritenuti idonei e adatti alle esigenze logistiche degli alunni della direzione didattica della scuola Santa Caterina e già in affitto con continuità da circa dieci anni. Insomma, i lavori al Riva tardano. Il risultato? Doppiamente infelice: disagi per alunni e genitori e 72 mila euro l’anno di spesa per le casse comunali