Da venerdì a Cagliari il festival dedicato al riutilizzo dei rifiuti
Scarti che diventano lampade, opere o strumenti musicali Dibattiti, workshop e laboratori
SABRINA ZEDDA
CAGLIARI. Bottiglie di plastica riacchiappate dall’immondezza e trasformate in originali lampade. Materiale elettrico di scarto capace di produrre sonorità uniche. Scampoli che, rimessi insieme, trasformano l’arredo di una casa. Ciò che a prima vista è da buttare via, ha ancora mille possibilità di vita. È questo il concetto che dominerà nel quartiere Castello dal 7 al 15 ottobre nell’Alig’art, festival dedicato alla sostenibilità e al riciclo che l’associazione Sustainable hapiness propone spalmato tra il Ghetto degli ebrei, il liceo artistico, la facoltà di Architettura e il club Muzak. Per sette giorni, conferenze, dibattiti, laboratori, mostre e workshop faranno pulsare il cuore storico della città seguendo un unico filo rosso: quello dell’abitare sostenibile.
E’ infatti “Arte, riciclo e felicità per l’abitare sostenibile” il sottotitolo che i sei giovani di Sustainable hapiness hanno scelto per questa seconda edizione della manifestazione, nata lo scorso anno come costola del festival di musica d’avanguardia Signal. «Quello che vogliamo fare - spiega Margherita Zanardi, una delle organizzatrici - è mettere un piccolo germe in un momento in cui le coscienze si stanno risvegliando». E allora, ecco che la spazzatura diventa argomento imprescindibile quando si parla di abitare sostenibile, perché, continua Zanardi, «il rifiuto può diventare una risorsa importante per la città».
Si parte venerdì alle 18.30 nel Ghetto, dove sarà ospitata l’Expo, un insieme di creazioni frutto dell’estro di grafici, fotografi, artigiani o semplici appassionati del riuso chiamati da tutta Italia. Ci saranno le visioni oniriche di Federico Carta e gli abiti geografici di Elvezia Allari di Vicenza, passando per le fotografie del campano Ico Gasparri, premiato l’anno scorso da Emma Bonino per il suo impegno nelle tematiche di genere. L’Expo ospiterà a sua volta un’altra mostra: “Manifesto quindi abito” una serie di installazioni elaborate da Giorgia Atzeni, Serena Piccini e Cecilia Viganò, a cui s’affianca un percorso fotografico che racconterà gli orti urbani. L’8e il 15 ottobre appuntamento con gli incontri: da quello con Carlo Cellamare, dell’Università La Sapienza, che parlerà di Pratiche dell’abitare e processi di appropriazione, a quello con Marcello Airi, dell’Ente foreste della Sardegna (che insieme al Comune contribuisce a realizzare il festival), che spiegherà come dar vita a edifici sostenibili tramite l’uso di legno sardo. Spazio anche ai laboratori del riciclo, organizzati per grandi e bambini. Per la prima volta in Sardegna ci sarà anche il Pecha Cucha night, una serata in cui giovani che lavorano nell’ambito delle creative industries potranno presentare - ciascuno in non più di 6 minuti e 40 secondi - i propri lavori.