I ricorsi contro la Capitaneria che nel 2010 ha delimitato le aree: comprese quelle già vendute
ALESSANDRA SALLEMI
CAGLIARI. L’eterno duello Cacip-autorità portuale sulle aree del porto canale finisce oggi davanti ai giudici del Tribunale amministrativo regionale per l’udienza definitiva, quella di merito, generata dai ricorsi contro la delimitazione dei terreni portuali condotta dalla Capitaneria nel giugno del 2010. Non ha presentato ricorso solo il Cacip: ce ne sono altri tre dei proprietari di terreni comprati nel 2008 dal consorzio industriale ma entrati nel demanio marittimo con la delimitazione. La portata del problema provocato da questo contenzioso è enorme: il porto è paralizzato. Restano inutilizzati, infatti, 400 ettari di aree attorno alla banchina del terminal, una fortuna per un porto che decide di svilupparsi e al quale è stata riconosciuta anche la possibilità di creare una zona franca, vera calamita per gli investimenti. La zona franca e la contesa sulle aree sono slegate solo in apparenza: lo statuto della zona franca è pronto ma da un anno Provincia, Regione e anche il Comune non deliberano l’ingresso nell’azionariato, atto che doveva essere l’ultimo di quelli necessari per dare vita alla zona franca, vale a dire per mettere i terreni in mano ad un advisor internazionale e trovare imprenditori e capitali per far fiorire attività terziarie e industriali. Perché non deliberano? Perchè la contesa sulle aree tra le due entità istituzionali ha sostenitori in tutte le assemblee elettive e in nome di questo tutto si ferma. I quattro imprenditori che hanno comprato i terreni del Casic ora Cacip sono rimasti stritolati in tale meccanismo e subiscono danni pesanti: non possono ancora usare i terreni che pure hanno pagato milioni di euro e rischiano addirittura di perderli se il Tar darà ragione alla Capitaneria. Nel mazzo dei ricorsi, infine, ce n’è uno incidentale di particolare peso: l’Avvocatura dello Stato contesta il fatto che il Casic-Cacip avesse davvero la proprietà dei terreni venduti ai privati.
AUTHORITY
Massidda non c’è è a fare il senatore
Il presidente dell’autorità portuale, Piergiorgio Massidda, non si è ancora dimesso dalla carica elettiva di senatore e quindi in questi giorni è a palazzo Madama. Oggi non sarà in città, ma d’altronde lui è uno spettatore: sia perché la questione gli arriva in eredità; sia perché l’autorità portuale non è l’istituzione che ha promosso la delimitazione, anche se ne è il diretto beneficiario. Una fortuna, per ora.
La preoccupazione degli industriali
CAGLIARI. L’associazione industriali l’inverno scorso aveva chiesto un tavolo di mediazione sulla vicenda dei terreni del porto canale: il presidente dell’associazione aveva tenuto una conferenza stampa per spiegare che una tale paralisi faceva molto male alla fragile economia sarda e bisognava trovare una soluzione, quindi che, nell’interesse comune, entrasse in campo la politica. Mesi dopo la Regione aveva fatto sapere di voler organizzare un tavolo di confronto. Ma non c’è stato, oppure non se n’è saputo più nulla.