VIA LA SOMME.
Storia di Benito Aresu, ex guardia forestale
Paga di tasca sua: «Così mi rendo utile»
Nel quartiere del degrado, fa lo sterminatore di topi. Benito Aresu, 71 anni, sposato, cinque figli, vive in via La Somme, il rione balzato al centro delle cronache per via della rivolta dei residenti contro le condizioni igienico sanitarie e dell'edilizia fatiscente: fogne che scoppiano, topi, blatte, umidità, crepe sui muri.
Lui combattere lo stato di abbandono a modo suo, inventandosi un mestiere utile: stermina ratti e blatte con il veleno. Lo chiamano “il killer dei topi”, e in tanti si rivolgono a lui, in caso di emergenza. Anziani, donne terrorizzate alla vista di spiacevoli presenza dentro casa.
«Qui vive una nutrita colonia di ratti di ogni dimensione e nessuno viene a disinfestare», denuncia Silvio Pinna, tra i promotori della protesta del quartiere. «Qui viviamo come bestie».
Benito non ha paura di andare a scovare topi grandi come conigli. «Quelle merdone a cui nemmeno i gatti danno la caccia, tanto sono grossi», dice lui. Lo sterminatore di via La Somme gira sempre con il veleno in tasca e poi con pazienza certosina va a piazzare le trappole e la colla. E paga tutto di tasca sua e con la pensioncina misera è un sacrificio anche economico non da poco. «Qui il lavoro non manca mai», spiega, «e ogni giorno il mio carniere è ricco».
Un mestiere che non si è improvvisato da un giorno all'altro. «Lavoravo ai cantieri forestali e ho fatto il corso e così ho acquisito il patentino verde: ora che sono in pensione», racconta Benito, «sono a disposizione del quartiere».
E la gratitudine dei residenti è tanta.