Il San Giovanni di Dio e l’Orto Botanico, dopo il completamento del Policlinico di Monserrato, finiranno al Municipio Per l’ospedale ottocentesco un futuro da museo o da grande centro per anziani. Lo spazio verde sarà legato all’Anfiteatro
San Giovanni di Dio e Orto Botanico al Comune. I gioielli dell’Università passanoa viaRoma.El’ok alla delibera Cipe che stanzia i fondi per il potenziamento del Policlinico di Monserrato, riapre il dibattito sul futuro degli immobili scientifico-sanitari dell'Ateneo nel centro della città. L’edificio più importante è di sicuro il San Giovanni di Dio, e per l’ottocentesco ospedale progettato dal Cima, si prospetta unfuturoda museo. L'Università ha deciso da tempo: tutte le attività scientifiche e sanitarie dell'Ateneo presenti nel centro del capoluogo saranno trasferite e accorpate nella Cittadella di Monserrato, dove troverà spazio anche il nuovo Orto botanico. Resta dunque da definire il destino degli edifici, i quali, molto probabilmente, sarannoaffidati ad unaltro ente pubblico, quasi sicuramente il Comune. Si tratta del palazzo delle Scienze, dell’istituto di Biologia, del complesso pediatrico “Macciotta” e del San Giovanni di Dio: in più il vecchio Orto Botanico di viale Sant’Ignazio. I reparti della clinica pediatrica si trasferiranno a Monserrato già dal 2012. Mentre l’ottocentesco ospedale disegnato dal Cima accoglie ancora, dopo aver perso la clinica Chirurgica, reparti importanti comela Rianimazione e la Ginecologia, ma nel futuro il trasferimento a Monserrato sarà inevitabile. Il piano particolareggiato del centro storico, ha previsto un utilizzo culturale e museale, maal Comune hanno anche altre soluzioni. Così è esploso il dibattito in aula, innescato da una mozione dei consiglieri Gianni Chessa,Udce Paolo Casu, Psd’Az . «L’accordo che verrà siglato tra la Regione, il Comune e l’Università, permetterà il trasferimento al Patrimonio indisponibile delComunedi Cagliari dell’Ospedale “San Giovanni di Dio” e dell’Orto Botanico, veri tesori architettonici e naturalistici del nostro Comune»,scrivono Casu e Chessa, «Occorre pensare oggi alla città deldomani, con i nostri anziani, i nostri malati, i nostri giovani e i nostri inoccupati, incentivando le deboli occasioni di interazione tra anziani e giovani e creando percorsi alternativi storici, culturali, sociali e ricreativi per cittadini della terza età, sofferenti psichici e loro famiglie, che all’interno di una “grande casa” potranno integrarsi e interagire giornalmente con i visitatori (scuole e giovani) di questo sito ». I due consiglieri chiedono al sindaco di impegnarsi, assieme alla Giunta, attivandosi nel programmareil futuro dell’ospedale San Giovanni di Dio dopo la sua dismissione da centro sanitario, «programmando un grande centro per anziani autosufficienti, parzialmente e non, oltre che un polo per l’assistenza e il reinserimento sociale dei numerosi sofferenti psichici, destinando spazi e aree anche ai loro parenti, che non si vedrebbero privati dell’affetto dei loro cari». I consiglieri auspicano anche il coinvolgimento dei privati nell’intervento. Il piano del centro storico prevedeva, per il Palazzo delle Scienze e gli istituti di Biologia e Pediatria la riqualificazione delle aree verdi circostanti e la demolizione delle parti incongrue. Ci sarebbe anche l’ex clinica Aresu, per i quali è stata ipotizzata una conversione a funzioni commerciali e per il tempo libero, ma è probabile che l’Università possa continuare a utilizzare i locali per il visiting professor.E c’è infine il capitolo Orto botanico, separato da un muro dall’area verde del San Giovanni di Dio. L’Università ha intenzione di trasferire l’Orto aMonserrato; ilpolmone verde di viale Sant’Ignazio (5 ettari e mezzo) finirebbe al Comune e potrebbe finire nel concorso di idee per la valorizzazione dell’Anfiteatro romano. Soltanto un muro, del resto, separa l’Orto botanico, dall’Anfiteatro. E anche l’Orto presenta testimonianze archeologiche d’età romana (il grande pozzo) in grado di garantireuncollegamento di alto livello culturale e turistico,nonsolo con l’Anfiteatro, ma anche con la villa di Tigellio, restituendo alla città i fasti dell’antica valle di Palabanda. L’Orto botanico confina con l’ospedale militare di via Azuni, anch’esso in via di dismissione.