ggi sit in dei lavoratori
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I ritardi nei pagamenti si accumulano e gli effetti sono sempre più evidenti. L'ultimo ha la data di ieri: i dieci lavoratori dell'impresa che si occupa delle pulizie al Teatro lirico, che non ricevono lo stipendio da tre mesi, hanno deciso di incrociare le braccia. La società che ha in appalto il servizio non li paga perché non riceve i soldi dal teatro, verso cui vanta 400 mila euro di crediti. «I vertici del Teatro lirico non hanno risposto alle ripetute sollecitazioni di incontro avanzate dai sindacati», si legge in una nota della Cgil. «Si tratta di una situazione non più tollerabile», ha detto la segretaria regionale Filcams Simona Fanzecco, «che sta creando disagi ai lavoratori, per la maggior parte donne con un solo reddito».
Per questa ragione da oggi ci sarà un sit in permanete davanti al Teatro in via Sant'Alenixedda. Una protesta che rischia di attirarne altre se non si troverà una soluzione con gli altri creditori, che vantano complessivamente crediti per cinque milioni di euro, un quarto del debito patrimoniale di venti milioni di euro che rappresenta il problema numero uno del teatro.
Per risolvere l'emergenza finanziaria che rischia di portare il teatro verso il commissariamento è scesa in campo la Regione cui il consiglio di amministrazione della Fondazione ha chiesto di fare da garante con il Banco di Sardegna con cui è in corso una trattativa. Col Banco il teatro vorrebbe accendere un nuovo mutuo che consenta di “spalmare” il debito in vent'anni con una rata di circa un milione di euro all'anno (più o meno la cifra che oggi la Fondazione paga di interessi passivi). Viale Trento dovrebbe garantirne il pagamento. Per dire sì la Regione ha chiesto un piano industriale che preveda anche un contenimento dei costi. Il cda del Lirico ha dato mandato a Gennaro Di Benedetto di elaborarlo in tempi brevi.
Giovedì il sovrintendente ha incontrato il presidente del Banco per mettere a punto alcuni dettagli ed ha calendarizzato incontro con i sindacati per affrontare con loro un tema delicatissimo: il probabile taglio del contratto integrativo, almeno come è concepito oggi. I dipendenti sono in fibrillazione. Il sindacato Usb ha protestato: «Non possono pagare sempre i lavoratori». (f.ma.)