Totalmente ignorati i rilievi sull’inefficacia dell’intervento dell’associazione nel campo rom
Sono tutte indirizzate ad Ada Lai, allora dirigente dell’assessorato alle Politiche sociali (e oggi capo di gabinetto del presidente della Regione Ugo Cappellacci) le relazioni che segnalano negativamente l’attività dell’associazione “I Sardi” . Una - datata 15 ottobre2007 - fuinviata ‘per conoscenza’ anche all’allora assessore alle politiche sociali Anselmo Piras. I report - un’attività ordinaria, periodica e di routine - portano tutti la firma dell’assistente sociale incaricata per conto dell’amministrazione di seguire il campo rom. E, in definitiva, i documenti provano che i vertici dell’assessorato hanno avuto concontinuità - per tre anni consecutivi - segnalazioni negative. Tutte redatte dallo stesso soggetto, l’assistente sociale, al quale non è stato mai contestato alcunché.
Eppure l’amministrazioneha continuato a confermare la convenzione (per oltre 70mila euro l’anno) che, infatti, si è interrotta solo con l’ingresso al Comune della nuova maggioranza di centrosinistra. I report (un dossier completo è apparso ieri sul nostro giornale) sono espliciti nel descrivere l’attività svolta dall’associazione “I Sardi” - che ha tra i suoi fondatori un consigliere comunale del Partito democratico, Claudio Cugusi - come totalmente inefficace. Sia per la parte tecnica (la convenzione prevedeva che “i Sardi” curassero la pulizia delcampoe la piccola manutenzione) sia per la mediazione culturale. In particolare l’assistente sociale ha segnalato la scarsa costanza della presenza fisica degli operatori. A volta, proprio per quest’assenza, che rendeva inaccessibile l’ufficio, le riunioni e i colloqui dovevano svolgersi all’aperto.
Un’altra segnalazione, ripetuta in numerosi report, riguarda la sproporizione tra l’entità dellasommaprevista dalla convenzione e l’attività svolta. «A fronte dell’impegno economico - si legge nella relazione del 26 giugno 2009 - pressoché nulli appaiono i risultati raggiunti». Questa osservazione potrebbeassumere unagrande rilevanza. Dimostra, infatti, che l’amministrazione - mentre continuava a rinnovare la convenzione - aveva un suo ‘parere’ interno che sosteneva la necessità di agire inmodoopposto. Tecnicamente, la segnalazione -non raccolta, nè verificata -diunsignificativo danno erariale. Naturalmente l’attività de “I Sardi” non è che uno dei temi delle relazioni. Che descrivono unostato di degrado permanente. Con gli stessi problemi (perdite d’acqua, sporcizia, situazioni di pericolo per i bambini) che si trascinano senza che le autorità intervengano. In definitiva, “I Sardi” non erano i soli a svolgere in modo approssimativo il loro compito nel campo Rom. Per esempio vengono segnalati i ritardi delle ditte incaricate di lavori di manutenzionedegli impianti fognari. E il protrarsi di situazioni ad alto rischio igienico- sanitario. Al centro del campo, pozze maleodoranti, attorno alle quali giocavano i bambini.