LETTERA
CRESIA” ATTENDE UNA RISPOSTA
Gentile Direttore, ho letto con molto interesse quanto da lei scritto, come editoriale, sulla vicenda de “la chiesetta” di Monte Urpinu che ha interessato in questi giorni le cronache cittadine. Ora, quale presidente dell’associazione “Cresia” desidero trasmetterle alcune precisazioni riguardoalla parte avuta dallamiaassociazione in questa vicenda. E più in particolare come si è giunti ad unacontestata ospitalità nella c.d. chiesa aragonese alle falde di Monte Urpinu. Vorrei innanzitutto precisarle, per verità dei fatti, cheil ruolo svolto dal presidente dellaCommissione comunale al bilancio e patrimonio, Claudio Cugusi, è stato, nell’intera vicenda, assolutamente marginale. Alui, forte diunacomunefrequentazione giornalistica e sapendolo in grado di darmi precise informazioni, m’ero rivolto per sapere con quali associazioni, titolari di concessioni d’utilizzo su chiese di proprietà comunale (Santa Chiara, Santa Restituta e Aragonese), si potevano prendere contatti per ottenere ospitalità per “Cresia”. Da quest’informativa è sortito il mio primo contatto con Alessandro Coco, presidente dell’associazione “I Sardi” impegnata nella gestione di quella “chiesa aragonese”, a cui è seguito il giorno 15 settembre una visita al sito ed alla verifica d’una nostra possibile presenza. Sarebbero poi seguiti altri incontri informativi tra me e Coco per giungere, infine, alla mia lettera formale del successivo giorno 20, nella quale “Cresia” dichiarava il proprio interesse a voler collaborare alle iniziative ed alla gestione del sito, indicando quali attività s’intendevano promuovere nel sito (in un ampio ventaglio di ipotesi, da un confronto fra atei e credenti alle catechesi bibliche, da un dibattito fra musulmani e cattolici fino alla celebrazione di liturgie ecumeniche e ad approfondimenti sull’archeologia cristiana nell’isola, e tant’altro). Alla nostra lettera l’associazione “I Sardi” rispondeva formalmente il giorno 21 accettando la collaborazione e confermandola totale gratuità degli spazi per lo svolgimento delle attività da noi proposte. Il giorno 22, giovedì, Alessandro Coco, telefonicamente, mi comunicava d’aver informato l’Assessoratocomunalecompetente della proposta ricevuta e d’aver avuto, come risposta, l’assoluta improponibilità d’una celebrazione liturgica in quella chiesa e, conseguentemente, l’avvio d’una procedura di rescissione della gestione loro affidata . Intanto, nel nostro sito www.cresia. info, s’era già data notizia didue incontri in quella chiesetta: un’assemblea sociale per il venerdì 23 ed una celebrazione eucaristica per il successivo sabato 24. Vorrei ancora precisarle che, quale rappresentante legale di “Cresia”, a tutt’ogginonho ricevuto né da “I Sardi” né dall’Assessorato comunale competente alcuna comunicazione sul rigetto della nostra proposta d’utilizzo del sito; né mi risulta che all’associazione di Coco sia stato finora rescisso formalmenteil contratto perinadempienze o per altro. Quel chemirisulta poco comprensibile il perché l’Assessore sia intervenuto (ed intende confrontarsi solusadsolum) esclusivamente con il nostro assistente spirituale don MarioCugusi , che nella vicenda–traComune,I Sardi e Cresia – non era né può essere parte in causa, invitandolo (!) tra l’altro a non celebrare lamessaprogrammataper quel pomeriggio. Perché, vale ricordarlo, l’associazione Cresia ha dei suoi dirigenti che, responsabilmente, ne hanno la rappresentanza e le responsabilità, anche se non altrettanta notorietà. Se poi volesse saperne di più – gentile Direttore – clicchi www. Cresia.info e potrà leggere una mialettera sull’argomento che terminapressappoco così: con il nostro impegno sulla chiesetta ci pareva di poter arricchire la città con nuovi e per certi versi inconsueti momenti di approfondimenti, di confronti e di conoscenze di alta valenza culturale. Ora confidiamo che l’intelligenzaed ilbuonsenso–chenondovrebberomancare al Sindaco ed alla sua Giunta – possano essere sufficienti per dare via libera alla nostra proposta.
PAOLO FADDA (Presidente di “Cresia”)