In tre mesi di verifiche scoperti anche appartamenti per disabili mai abitati e l’uso sospetto delle agenzie interinali
Tra i primi provvedimenti della giunta l’abolizione delle tessere gratis allo stadio
Atre mesi dall'insediamento di Massimo Zedda al Comune di Cagliari, dai cassetti del Municipio, ogni tanto spunta qualche scheletro. Come in tutti i cambi di amministrazione, si dirà. Il fatto è che decenni di governo ininterrotto di centro- destra nel Municipio del capoluogo, hannoimpedito che saltassero fuori. Piccole e grandi storie: favori, beni pubblici concessi con generosità ed eccessiva larghezza. Clientele. Vicende note a molti, e quasi entrate nel costume. Nelle prassi. La nuova giunta ha deciso di dare una svolta al governo della città: semplicemente effettuando controlli e verifiche sugli atti. E, in poco tempo, ha fatto significative scoperte. Altre verranno nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Ma vediamo alcuni degli episodi già emersi. C’è stato il caso degli appartamenti destinati a ospitare pazienti con malattie mentali. La magagna salta fuori ad agosto quando la Procura della Repubblica, che indagava sull' appalto del progetto “Abitare assistito” bandito dal Comune nel 2008, ha deciso di convocare la neo assessora alle Politiche socialiSusannaOrrùper alcuni chiarimenti. Un progetto che doveva avere come sede alcuni appartamenti di via Is Cornalias, per i quali il Comune già dal 2009 pagava un canone d'affitto, complessivamente per 8 mila euro mensili. Manessuno dei potenziali beneficiari ha mai masso piede in quelle abitazioni. La titolare della Politiche sociali, ha avviato le procedure per la risoluzione del contratto e inoltrato il carteggio del progetto alla Corte dei Conti. Ai primi di agosto un’altra scoperta. La segnalano due consiglieri comunali, Enrico Lobina e Filippo Petrucci, che presentano un'interrogazione al sindaco sui 50 interinali assunti dal Comune un mese prima delle elezioni. Persone alla ricerca disperata di un lavoro, giovani e meno giovani, usati verosimilmente come serbatoi elettorali. Scoppia la polemica sul lavoro a tempo determinato L'assessore al Personale Luisa Rassu spiega che “l'orientamento della giunta Zedda è quello di non ricorrere al lavoro interinale anche per via dei costi legati all'aggio che spetta alle agenzie”. Una prima risposta all'utilizzo sconsiderato di personale. La lista delle male pratiche continua ancora. Ma qui stiamo parlando di privilegi per la “casta”: gli abbonamenti allo stadio a consiglieri assessori e sindaco, denunciate da questo giornale qualche settimana fa. Comegiustificazioni alle regalìe dell'era Floris, si raccontava che gliabbonamenti fosseromateria di accordi interni alla convenzione che regola la gestione dello stadio di Sant'Elia. Ma nessuna traccia di tutto ciò è stata trovata in convenzione. Ieri, nel giorno delle dichiarazioni programmatiche del sindaco, due consiglieri dell’opposizione (e cioè dell’ex maggioranza), Paolo Casu e Gianni Chessa, hanno denunciato i criteri di gestione dei campi rom da parte dell’associazione “I Sardi” per servizi di assitenza, mediazione culturale, piccole manutenzioni. Niente di tutto questo a fronte di decine di mila euro all’anno. L’associazione è la stessa che da anni gestisce la chiesetta aragonese sotto monte Urpinu. Prima di destinarla - conunadecisione assunta quando si era già aperto un contenzioso col Comune - all’associazione “Cresia” e adonMario Cugusi, “I Sardi ne avevano ipotizzato un utilizzo diverso. In queste pagine pubblichiamo un volantino che promuove la chiesetta aragonese come possibile sede di matrimoni e compleanni. A quanto pare il progetto non è andato avanti quando “I Sardi” sono venuti a sapere che la loro “giurisdizione” doveva limitarsi alla chiesa, e non poteva estendersi al circostante parco. A parte l’altro aspetto: la convenzione stabilisce che la chiesa sconsacrata debba essere utilizzata “in modo sempre consono all’importanza storico-culturale del sito”. Le feste di nozze e di battesimo corrispondono a questo criterio?
di M.GIOVANNA FOSSATI m.fossati@sardegna24.it
La chiesetta aragonese di monte Urpino, affidata all’associazione “I Sardi” Corte dei Conti interessata per diversi casi di sprechi e gestione clientelare delle risorse pubbliche diventata prassi dopo anni di governo del centrodestra