Il sacerdote non era a conoscenza del contenzioso in corso tra il Comune di Cagliari e l’associazione “I Sardi”
di M.GIOVANNA FOSSATI m.fossati@sardegna24.net
«Siamo rimasti vittime di un contenzioso che non ci appartiene». Don Mario Cugusi commenta così la vicenda che vede la chiesetta Aragonose di Monte Urpinu al centro di un caso politico tra ilComune di Cagliari e l'associazione “I Sardi”, nella quale l’associazione “Cresia” di don Cugusi si inseriscesuomalgrado. Questala storia: dal 2010, l'associazione “I Sardi”hain gestione gli spazi della chiesetta sconsacrata, che sorgesottomonteUrpinu, nellaquale si tengonolepiù svariate attività culturali. L'assessore alla Cultura delComunedi Cagliari (proprietario dell'immobile) Enrica Puggioni ha deciso di non far celebrare laprimafunzione religiosa a Don Mario Cugusi, domenica scorsa. Cosa c'entri in questa vicenda l'ex parroco ribelle di Sant'Eulalia e la sua associazione “Cresia”, lo spiega lui stesso in questa intervista. Ma prima bisogna partire da una premessa: Claudio Cugusi, consiglierecomunaledel Pd,fondatore dell'associazione “I Sardi” e direttore responsabile della testata giornalistica che fa capo all' associazione, è colui che ha agevolato la trattativa affinchè, l'associazione diDonCugusi venisse ospitata nella chiesetta Aragonese, dopochel'ex parroco avevalasciato la chiesa di San Lucifero e cercavaun luogo incui proseguire il percorso religioso del gruppoche lo segue dai tempi di Sant' Eulalia. Lefibrillazionipiùchespiritualisonopolitiche: il niet delComunesarebbeconseguenzadelmancato rispetto delle regole scritte, da parte dell’associazione “I Sardi”, nell’affidamento in concessione della chiesetta sconsacrata. Da questo è scaturito il contenzioso con il Comune. Don Mario com'è arrivato alla chiesetta aragonese di monte Urpinu? «Tutto è iniziato 10 giorni fa. Ho chiamato Claudio Cugusi, mio caro amico (ma non parente nonostantel'omonimian.d.r) come presidente della commissione per il patrimonio del Comune di Cagliari e glihospiegato il problema. In realtà io avevo un'idea precisa: volevo andare alla chiesa di Santa Chiara». E quindi com'è che si è arrivati alla chiesa sotto Monte Urpinu? «E' stato Claudio a dirmi che sarebbe stata disponibile la chiesa aragonese e che tramiteunaccordo con la loro associazione “I Sardi” avremmo potuto lavorare insieme. A me la proposta andava benissimo, gli spazi erano migliori rispetto a quelli della chiesa di Santa Chiara. Ho accettato di buon grado». Poi come sono andate le cose? «Ho saputo del contenzioso tra il Comune e l'associazione “I Sardi” che mi stava ospitando quando appunto mi è arrivato il veto dalComunechemihaimpedito di celebrare la messa domenica scorsa». Non pensa che Cugusi le avrebbe dovuto direcomestavano le cose? «Guardi è meglio che stia zitto. Però, certo, Claudio me ne avrebbe dovuto parlare, piuttosto che farmi trovare al centro di questa situazione». Che tipo di accordo aveva fatto la sua assocaizione con “I Sardi”? «Unaccordo scritto che consisteva in una collaborazione nella quale venivano demandati a noi gli oneri di gestione» E adesso cosa succederà? «Hoincontratoieri sera l’assessore Puggioni, le ho spiegato che non volevo entrare in questioni cheriguardano“I Sardi”,masemplicemente utilizzare la chiesetta perle attività culturalie peril percorso di fede del mio gruppo.Ho propostoche si arriviaunbando, alquale cipiacerebbe poterpartecipare ». E cosa le ha risposto ? «E’ stata molto cordialemami ha detto che c’erano dei problemi di carattere burocratico amministrativo con l’associazione “I Sardi”.L’assessore vuole discutere la cosa con i suoi dirigenti.Nonostante tutto peròmi ha assicurato che ci possiamo risentire a breve. In maniera tale da poter dare una risposta ame e alla mia associazione».