Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sì alle bici a noleggio, verso la città ciclabile

Fonte: L'Unione Sarda
8 settembre 2008

Dopo le sollecitazioni di alcuni consiglieri comunali un imprenditore decide di realizzare il progetto

Prime iniziative di “bike sharing” con mezzi elettrici: «Funzionerà»
Ci si portà abbonare o pagare una cauzione e una tariffa oraria che, mediamente, sarà di 80 centesimi.
In giro per la città su una bicicletta presa in prestito? Nel resto del mondo, è un fatto assodato. Si chiama bike sharing (condivisione della bicicletta), un nome dietro il quale si nasconde un concetto molto semplice: il Comune mette a disposizione dei cittadini una serie di biciclette dislocate in diversi punti della città. Le due ruote, dopo essere state utilizzate, devono essere riposte nei punti di parcheggio. A New York, Barcellona, Parigi e Berlino il bike sharing rappresenta un qualcosa di scontato. E anche in Italia, la “bici pubblica” comincia a fare le prime pedalate: sono all'avanguardia due città emiliane, Reggio e Parma. E, proprio quest'anno, è stato costituito il “Club delle città per il bike sharing”.
E a Cagliari? Per il momento, il capoluogo è ancora nella fase delle proposte, ancora lontane dalla realizzazione. Ma qualcosa si muove: sia un privato che alcuni esponenti del Consiglio comunale hanno cominciato a muoversi per far arrivare la “bicicletta condivisa” anche in città. Sul piano politico, a rilanciare l'idea è il capogruppo di An Alessandro Serra, reduce da un viaggio a Monaco di Baviera (dove ha provato in prima persona l'efficacia di questo sistema di mobilità urbana): nei giorni scorsi, ha presentato una mozione per impegnare la Giunta a introdurre il bike sharing .
Il privato è l'imprenditore cagliaritano Luca Giglio. Lui, in realtà, ha ulteriormente elaborato l'idea, tenendo conto della peculiarità della città: facile pensare al bike sharing in luoghi pianeggianti. Cagliari, invece, è un continuo saliscendi. Dunque, Giglio ha proposto al Comune un progetto che punta a utilizzare biciclette elettriche. Un'idea nata per soddisfare le esigenze dei cittadini ma anche dei turisti e, in particolare, di quei croceristi che hanno poche ore a disposizione per visitare la città. Soltanto un ritardo nella presentazione dei documenti ha impedito che l'idea diventasse realtà. «Ma», afferma, «ho intenzione ugualmente di andare avanti. Con o senza le amministrazioni».
Resta solo da stabilire in che modo il bike sharing vedrà la luce. Il punto di riferimento è il vélib (neologismo che contiene sia il concetto di velocipede che quello di libertà) francese: il servizio, lanciato il 15 luglio 2007 a Parigi (ma c'era già stato un esperimento positivo a Lione), con diecimila bici e 750 stazioni, ha già collezionato 10 milioni di noleggi e 150 mila abbonati (e ora sono disponibili 20 mila bici e 1.451 stazioni). Dietro il deposito di una cauzione, l'utente sottoscrive un abbonamento (30 euro per l'annuale) e comincia a usare la città. Gratis per la prima mezzora, con tariffa di 50 centesimi e di un euro, a seconda dell'utilizzo, per le ore successiva (per un massimo di due ore). Costo che è assolutamente identico a quello praticato a Barcellona. Un progetto simile è stato inaugurato recentemente anche dal sindaco di New York Michale Bloomberg: nella Grande Mela, però, la bici può essere utilizzata al massimo per mezzora.
In Italia, la città all'avanguardia è Parma che ha creato il servizio "Punto bici bike sharing". Dietro il pagamento di una cauzione di 10 euro e di un abbonamento annuale da 15 euro, gli utenti possono prelevare le bici da 11 stazioni sparse nella città. Anche in questo caso, la prima mezzora è gratuita mentre per il tempo successivo si pagano 80 centesimi o un euro.
MARCELLO COCCO

08/09/2008