Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Serve una nuova classe di politici cattolici»

Fonte: L'Unione Sarda
8 settembre 2008

Centesimo anniversario della consacrazione della Madonna patrona della Sardegna 

Il monito di Benedetto XVI da Bonaria: «Competenza e rigore morale»
di LUCIO SALIS
Davanti a una folla di centomila sardi, accorsi ai piedi della basilica di Bonaria, Benedetto XVI chiede ai cattolici un maggiore interesse per i problemi sociali: «Maria vi renda capaci di evangelizzare il mondo del lavoro, dell'economia, della politica, che necessita di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile».
Monito severo, in perfetto stile Ratzinger, pronunciato davanti ai rappresentanti del Palazzo, da cui sembra emergere la preoccupazione per l'attenuarsi dell'impegno dei credenti sui problemi della società, ma anche per l'allentarsi di una tensione morale che necessita di maggior rigore. Il tutto per conseguire uno sviluppo sostenibile.
Impegno, etica, ambiente: parole chiare, sulle quali si è già scatenata la tempesta delle interpretazioni. Anche perché la raccomandazione del Pontefice arriva dopo l'intervento del segretario della Conferenza episcopale, cardinale Bagnasco, al meeting di Comunione e liberazione, sul diritto della Chiesa a fare politica.
Le polemiche subito esplose sono però molto lontane dall'emozione suscitata ieri dalla celebrazione in onore della Madonna di Bonaria, nel centenario della sua proclamazione a patrona della Sardegna.
Imponente il colpo d'occhio che si poteva godere dalla sommità del colle al litorale di Su Siccu. Al centro del sagrato, l'altare, protetto da un arco grigio chiaro, sul quale spiccava l'antico crocifisso della Confraternita della Solitudine e la statua della «Dolce regina dei sardi», con al collo un reliquiario dono del sindaco Emilio Floris. Su un lato, il clero della Sardegna con in testa i vescovi nei loro paramenti multicolori. Di fronte, le autorità, i politici, quasi tutti in abito scuro. Immagine suggestiva del potere, sacro e profano, esaltata dal pathos dell'inno Di Bonaria celeste regina.... . Arricchita dall'emozionante vista panoramica della marea di fedeli, molti i gruppi in costume, arrivati da ogni parte dell'Isola e pronti a sottolineare con applausi e ovazioni i passi più salienti degli interventi del Papa. Be-ne-det-to Be-ne-det-to ritmavano, agitando le braccia, incuranti del caldo di una giornata dal cielo grigio e opprimente.
Joseph Ratzinger non è un oratore che cerca l'effetto facile, soprattutto quando tratta un tema delicato come quello della devozione dei sardi alla vergine Maria. Eppure una straordinaria ondata di entusiasmo si è levata dalla folla quando l'ha definita Sa mama, fiza, isposa de su Segnore . Quasi una risposta a quanti sostengono che la lingua sarda non sa rendere il senso del sacro. E magari non hanno mai sentito il Deu ti sarvet Maria , né conoscono le straordinarie suggestioni della messa in limba. L'intervento del Papa potrebbe riaprire il discorso sull'argomento.
D'altro canto, sulla religiosità dei sardi, sulla loro devozione alla Madonna, ha molto insistito, nell'omelia, il Pontefice, partendo dall'epoca dei martiri, deportati ad metalla nell'Isola sino ad arrivare a quelli che ha definito «frutti di santità della fede»: i santi Ignazio da Laconi, Nicola da Gesturi, la martire Antonia Mesina, la contemplativa Gabriella Sagheddu e la suora di carità Giuseppina Nicoli «espressione di una gioventù capace di perseguire grandi ideali».
I giovani, la loro condizione, il loro futuro rappresentano un tema angoscioso per Benedetto. Ne ha parlato anche nella risposta all'arcivescovo Mani, durante la cerimonia di affidamento della navicella d'oro, simbolo dell'arrivo in Sardegna della Madonna di Bonaria. A lei ha raccomandato la cura dei ragazzi: «Per tutti ottieni un supplemento d'amore, Vergine venuta dal mare, guarda i giovani di questa terra, sii tu la loro difesa e protezione. La loro educazione è spesso fortemente compromessa e spesso sono tentati dalla droga e dal divertimento alienante». Argomento ripreso nel pomeriggio, nel corso di un'affollata assemblea con i giovani, in Largo Carlo Felice.
L'educazione nasce dalla famiglia, anche per questo Ratzinger ha rivolto un monito agli adulti «perché abbiano un supplemento di responsabilità, e ognuno si senta educatore». Ma la famiglia moderna è in crisi, minata «da troppi divorzi e molte separazioni». A soffrirne sono i figli «che reclamano genitori uniti che li educhino all'amore». Obiettivo difficile da raggiungere con tante coppie «provate dalle difficoltà, costrette a fare i conti con sofferenza e povertà».
Nella visione della famiglia delineata da Benedetto XVI, al centro c'è la figura della madre, sulla quale - durante l'Angelus - ha invocato la tutela divina, «perché protegga ogni mamma terrena: quelle che, insieme col marito, educano i figli in un contesto familiare armonioso, e quelle che, per tanti motivi, si trovano sole ad affrontare un compito così arduo».
Ha la Sardegna nel cuore questo Papa che, ad appena tre anni dall'elezione, è giunto in pellegrinaggio nell'Isola. E riserva parole di speranza nella Vergine «rifugio e protezione per il popolo sardo, che ha in sé la forza della quercia. Passano le tempeste e la quercia resiste; infuriano gli incendi ed essa nuovamente germoglia; sopravviene la siccità ed essa vince ancora».

08/09/2008