L’indagine
IL FLOP NUMERI A PICCO NELLE BIGLIETTERIE I numeri sono pessimi. Basta prendere un centro culturale del Comune a caso: all’Exma gli ingressi giornalieri, nei primi sei mesi dell’anno, sono stati nove al giorno. Appena il doppio al Ghetto degli ebrei. La gestione delle strutture comunali d’ar - te è stata fallimentare. Negli anni si è persa traccia del bando, lanciato dall’amministrazione Floris con Giorgio Pellegrini assessore alla Cultura, che prevedeva una gestione unica di tutti gli spazi di esposizione. Lo stesso Pellegrini, di recente, si è detto poco convinto di quell’idea: «Troppi interessi politici», ha spiegato il professore. Interessi lontani da quelli che potrebbero animare il rilancio della cultura in città. Il pallino in mano, adesso, ce l’ha Enrica Puggioni, l’assessore è lei. Ha già bocciato l’idea della gestione unica e, dati alla mano, avrebbe anche bocciato l’organizzazione generale. Se vuole salvare un settore in crisi, non può fare altro che azzerare tutto. E magari tagliare fuori alcune società o certe cooperative che gestiscono gli spazi. Senza nessun vantaggio per Cagliari.
I PROBLEMI Male le lingue, le mappe non orientano e gli operatori non fanno sistema. Cugusi: «Manca una regia»
L’ESPERIMENTO Gli studenti dello Ied si sono finti ospiti per capire l’approccio della città con i vacanzieri n «Cosa c’è da visitare in questo museo? », chiede il turista inglese appena entrato. «Due euro e cinquanta centesimi », risponde insistentemente la ragazza addetta all’accoglienza. Sembrà Totò e Peppino a Milano e invece è tutto vero, come testimonia un allievo del Master in marketing dell’Istituto europeo di design che nelle scorse settimane, insieme ad altri colleghi, ha dato vita a un curioso esperimento. Titolo del gioco: “Un mystery tourist a Cagliari”. Obiettivo: travestirsi da turisti e andare in giro tra musei, info-point e bus panoramici per rispondere alla seguente domanda: Cagliari è una città a misura di vacanziero? A sentire loro, i ragazzi, si direbbe proprio di no. No per i problemi degli operatori con le lingue, per le mappe che non orientano, per le guide di carta che si dimenticano di segnalare posti come Molentargius e quelle in carne e ossa che non sanno fare sistema tra loro. Tante, troppe lacune che l’indagine - illustrata ieri dal coordinatore Maurizio Battelli alla presenza degli assessori al Turismo del Comune e della Provincia, Barbara Argiolas e Piero Comandini - fotografa senza pietà. Lasciando l’idea che, per usare le parole del direttore dello Ied, Massimo Cugusi, «alla città finora non sono mancati i turisti, ma di sicuro un governo del turismo». Tra i limiti più gravi, nei giudizi degli studenti, la città ha quello di non saper mettere le risorse in rete. Un ostacolo che rende difficile sia attrarre nuovi arrivi sia convincere a tornare i visitatori già raggiunti attraverso i voli low cost, le crociere e le offerte di alberghi e b&b. A volte ci si scoraggia di fronte ai problemi, altre volte mancano i fondamentali. Come nel caso di Visit Cagliari, il sito di promozione voluto dalla precedente amministrazione comunale che spesso neppure aggiorna le proprie pagine. Un esempio? «Il Museo archeologico nazionale sul quel sito risulta chiuso il lunedì e invece - ha spiegato Battelli - noi proprio di lunedì l’abbiamo trovato aperto e siamo entrati pure gratis». Per il turista che arriva in città, l’offerta è comunque povera. «Dappertutto abbiamo chiesto di poter fare una visita guidata in inglese, ma nessuno ci ha offerto il servizio. Spesso i ragazzi hanno trovato le guide disponibili ma non appassionate, con la bella eccezione di Villa Tigellio. In diversi info-point abbiamo avuto perfino la sensazione che gli operatori non sapessero proporre le cose perché non le conoscevano abbastanza. E poi non abbiamo chiari due punti: che fine ha fatto la Karalis card? E ai “turisti a ore” che rimangono in città il tempo di un giorno, cosa si è proposto?». Rispetto a un’indagine analoga svolta nel 2004, insomma, la morale è la stessa: al turismo cittadino «manca una regia». Un verdetto che anche Barbara Argiolas ha firmato e sottoscritto. «Sul web proprio non ci siamo - ha rimarcato l’assessore -, mentre sul fronte infopoint abbiamo organizzato una bella visita degli operatori in città per la prossima settimana, affinché poi sappiano cosa raccontare ai turisti. Certo, c’è ancora tanto da fare, con tutti gli enti coinvolti, per valorizzare le specificità di Cagliari e fare sistema». Altrimenti, ha scherzato Battelli, «il rischio è di ritrovarci tra sette anni a piangere sugli stessi problemi». Lorenzo Manunza