Moi cadde dalla moto sull'Asse mediano. Il pm ha chiesto l'archiviazione
Il consulente: «Gravi responsabilità del Comune»
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Morgan Moi non è morto per una manovra sbagliata, né perché correva troppo o per una fatale imprudenza. L'ingegnere di 41 anni vittima lo scorso 18 gennaio di un incidente in moto avvenuto sullo svincolo che dall'Asse mediano porta in via dei Carroz, ha lasciato orfana una figlia di pochi anni a causa delle pessime condizioni del manto stradale, in particolare di uno scalino nell'asfalto. Chiunque al suo posto avrebbe potuto fare la stessa fine.
LA CONSULENZA È questo l'impietoso verdetto della consulenza affidata dal pm Andrea Massidda all'ingegner Francesco Marongiu. Un giudizio che forse non porterà però a un processo penale: il magistrato inquirente ha infatti chiesto comunque l'archiviazione dell'inchiesta, in quanto quando avvenne l'incidente mortale il Comune aveva già affidato i lavori di rifacimento di quel tratto di strada a una ditta che dal canto suo stava rispettando i tempi previsti. Dunque - ad avviso della Procura - «non si ravvisano elementi di colpa a carico di nessuno dei soggetti coinvolti». Una conclusione alla quale hanno già annunciato di volersi opporre gli avvocati Patrizio Rovelli e Maria Grazia Monni, che tutelano i familiari dello sfortunato motociclista. «Presenteremo opposizione all'archiviazione - hanno detto - e stiamo anche valutando l'ipotesi di una class action contro il Comune insieme ai familiari di altre vittime della strada».
«COLPA DELLA STRADA» Gli argomenti non mancheranno. Nella consulenza l'ingegner Marongiu infatti non usa mezzi termini. «Appare evidente - scrive - che la rovinosa caduta del motociclo è da addebitarsi alla turbativa esterna prodotta dalla grave irregolarità del manto stradale, definibile come gradino longitudinale», mentre «nel complesso la manovra di immissione attuata dal Moi risulta sostanzialmente corretta e comunque determinata dalla particolare conformazione della strada». Poi conclude sostenendo che esiste una «grave responsabilità sul verificarsi del sinistro da parte del proprietario della strada che, pur avendo eliminato per questioni di mera sicurezza un tratto del delimitatore di corsia rialzato a valicabile, che separava l'Asse mediano dalla bretella, non provvedeva alla formazione di una superficie stradale perfettamente uniforme, con anche gli eventuali necessari interventi di manutenzione programmata».
IL PM I legali di Moi dovranno però superare la tesi del pm che, dopo aver valutato le conclusione del consulente, ha comunque ritenuto che non ci siano elementi per sostenere un processo. «I funzionari preposti - scrive il magistrato nella sua richiesta di archiviazione - avevano provveduto a quanto di loro competenza prima dell'incidente mortale, l'urgenza di operare in quel preciso punto non risulta essere stata segnalata a chi di dovere e la ditta aggiudicatrice non era in ritardo con l'esecuzione dei lavori».
Massimo Ledda